Dalle pagine di questo giornale, dopo la sconfitta della lista “la Sinistra” alle elezioni europee, Eleonora Cirant, capolista del Nord Ovest, denuncia il disagio vissuto in campagna elettorale: «La scelta di dare così tanta visibilità a Fratoianni non è stata decisa insieme. Sono state invece scelte insieme le quattro capolista donne».
È storia vecchia: donne sbandierate come rinnovamento poi sacrificate alle esigenze del ceto politico. Eleonora lancia una proposta: «Cercherò di capire … se si è trattato di una scelta vera o di facciata … mi interessa costruire.. una rete di donne politiche».

Queste cose, Eleonora, alcune di noi le hanno capite da tempo. E qualche anno fa hanno dato vita proprio alla rete di cui parli tu. Ha un nome: «La Città delle Donne». Non risponde ad alcun partito, collega differenti esperienze. In Italia, diversamente dalla Spagna o dagli Stati Uniti, le piazze non portano più donne nei parlamenti. Il rifiuto del “potere” diffuso in parte dei movimenti femministi, non basta a spiegare perché. In Italia le donne sono più del 60 per cento dell’area dell’astensione che si dice di voler riconquistare, ma nei partiti, compresi quelli di sinistra, gli interessi delle donne non sono mai priorità. Il ceto politico prevalentemente maschile, occupato a riprodursi, non condivide le decisioni, al massimo si può sperare in qualche frettoloso restyling, come è successo nelle ultime europee.

«Siamo donne che fanno politica nei partiti, nei movimenti, nelle associazioni, nei sindacati, nelle istituzioni, in quei luoghi abbiamo condotto e conduciamo battaglie per affermare contenuti, pratiche, e una visione femminista del mondo e della politica. Ci rendiamo conto che non basta» così troverai scritto sul nostro sito (https://lacittadelledonne18.wordpress.com/author/lacittadelledonne18/). «Ci incoraggiano a seguire questa strada le mobilitazioni e le vittorie delle femministe spagnole, delle combattenti curde, delle sorelle irlandesi, polacche, francesi, americane. La Città delle donne è nata perché non vogliamo più sentirci isolate, deboli e inascoltate; proviamo a costruire una rete in tutto il paese che ci tenga insieme, rafforzi ognuna di noi e noi tutte, ci renda finalmente visibili. Vogliamo una Città delle donne molto grande, affollata di donne, che arrivano dalle citta’, dai luoghi di lavoro, dalle famiglie, dalle piazze. Dichiariamo finito il tempo dell’attesa». La Città delle donne esiste per rendere tutte noi più forti; cambiare la politica maschile è difficile, non basta qualche buon posto nelle liste elettorali, dobbiamo agire insieme, unite e in autonomia. La costruzione della rete costa impegno e fatica, abbiamo riferimenti sparsi in tutt’Italia al Sud, al Centro, al Nord, in molte città. In tempi di frantumazione sociale le persone cercano identità e protezione nel territorio. Ci interessa per questo partire dai Comuni, devastati dai tagli e dai vincoli di bilancio e ribadire l’importanza delle politiche locali per la vita quotidiana delle donne.
Il nostro manifesto politico contiene obiettivi generali: rilancio del lavoro, dell’occupazione femminile, degli investimenti pubblici, dell’edilizia popolare, bonifica e cura dell’ambiente, potenziamento della sanità e della scuola pubblica e molto altro ancora.

Rivendichiamo però interventi specifici per le donne, non sono politiche di serie B: riguardano più della metà della popolazione italiana. È inadeguata una sinistra che non lo capisce.
La nostra indicazione di voto alle europee è stata semplice, apparentemente banale: votare più donne, dando o una sola preferenza a una donna o tre preferenze di cui due a donne.

Banale? Eppure non tutte hanno seguito questa indicazione che sembra così indolore, anche tra quelle che votavano La Sinistra, perché altre erano le logiche e diverse le indicazioni, al superiore «interesse del partito» molte si sono adeguate.

Abbiamo fatto quello che potevamo per spostare la bilancia in favore delle donne, per tutte voi ed anche per te Eleonora.

Vogliamo costruire una Città delle Donne affollata, parlare alle donne soprattutto a quelle oggi lontane dalla politica. E provare a realizzare un progetto più equo di democrazia e di società; ci piacerebbe ci fossi tu e tante altre.