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La regola del sette. Come un numero cambia la storia

La regola del sette. Come un numero cambia la storia

È uscito il «Dizionario maniacale del sette» Un’opera avvincente che rintraccia la presenza del 7 in tutti gli ambiti del sapere umano. Tra miti, sport, canzoni, film, fiabe

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 26 ottobre 2013

Il sette ha cominciato a cantarmi (incantarmi) nel 1978, durante un viaggio in Iraq, una «prima» di Avventure nel mondo in ventuno località dell’antica Mesopotamia. Il paese non era preparato per il turismo e noi, un gruppo eterogeneo di persone, adottammo il numero sette come motivo di conversazione e di gioco: l’albero di Adamo sulle rive dell’Eufrate (7º giorno della Creazione), le città-stato dei sumeri che sparsero la cultura del settenario (7 pianeti, 7 strati di bitume a legare i mattoni), gli scavi a Babilonia per ritrovare una delle 7 meraviglie del mondo (giardini pensili di Semiramide), il minareto elicoidale di Samarra (7 giri di rampa), le ziggurat (sacri edifici a gradoni di 7 piani), le cupole celesti di Bagdad richiamanti le Mille e una notte (7 viaggi di Sinbad il marinaio, i film hollywoodiani) e, nelle nostre notti, la stella polare (una delle 7 stelle dell’Orsa minore) e le altre 7 dell’Orsa maggiore.

Mai più si sarebbero fatti viaggi in Iraq come quello. Schegge della sua geografia rimbalzeranno in ogni angolo della terra, i bollettini di guerra spargeranno tutt’altri numeri e irreversibili scenari di devastazione. Io, in questi trentacinque anni, ho continuato a raccogliere materiale sul sette, obbedendo a un impulso tassonomico, a memorie di lettrice compulsiva relative alla mia infanzia e adolescenza vissute a Buenos Aires e a Montevideo, in una contingenza sociale e culturale irripetibile, tra i dizionari e i libri antimilitaristici di mio padre ( “J’accuse”, Remarque, Zweig), e l’esoterismo, che mi è rimasto impresso a livello favolistico, la Bibbia studiata al liceo come letteratura ebraica, insieme alle avanguardie artistiche. In questo Dizionario maniacale del sette che racconto (conto) e dedico alla creatura che mi ha dischiuso il settimo cielo della nonnità, sono presenti tutti i miei temi: dalla musica all’America Latina, dalle battaglie civili al femminile scomodo e ironico: non per nulla il sette in copertina esibisce una coda di sirena. Ecco qualche esempio tra le 707 voci e le 360 foto a colori.

Ammazzasette

Appellativo dato a un personaggio immaginario che in un sol colpo aveva ammazzato sette mosche guadagnandosi la fama di poter uccidere con la stessa facilità sette nemici. Per estensione, bravaccio dall’ostentata brutalità.(…)

Angeli nelle canzoni

Sette angeli nelle canzoni. La tradizione musicale sarda tramanda una ninna-nanna che allude ai sette angeli. Il brano proveniente da Alghero è cantato in un dialetto con forte influenza catalana: Al llit me calgui set angels trobi: tres aes peus y quatre al cap, la Verge Maria a mon costat. «Sette angeli spagnoli» ( Seven Spanish Angels ) s’intitola una canzone di Ray Charles (1930-2004), pianista e cantante, pioniere della musica soul, innovatore del rhythm & blues, gospel, blues, jazz e country, cieco dall’età di sette anni per un glaucoma: «There were seven Spanish angels, at the altar of the sun (…). And seven spanish angels, took another angel home». Sette Angeli del Seventh Angel (Settimo angelo), gruppo prog trash inglese diretto dal chitarrista e vocalist Ian Arkley. La canzone figura in una compilation del 2005: Heed the Warning (Bombworks): «Seven angels got my number (…)». (…)

Capi contro Tebe

Nella tragedia di Eschilo I sette contro Tebe , sette eroi difendono le sette porte di Tebe. Siamo alla terza generazione tebana, nella quale grava ancora la maledizione su Edipo che ha ucciso suo padre Laio e si è unito a sua madre Giocasta (sebbene fosse all’oscuro della loro identità), generando Eteocle, Polinice, Antigone e Ismene. Alla morte di Edipo, sul trono di Tebe è assiso Eteocle, che si rifiuta di lasciare il potere alternativamente al fratello gemello Polinice, come convenuto. Con Polinice sono sette i mitici capi che accerchiano Tebe, ognuno davanti a ciascuna delle sette porte della città. I fratelli si uccidono l’un l’altro: in scena i cadaveri di entrambi. A Polinice viene negata la sepoltura e dovrebbe restare fuori dalle frontiere tebane, in preda ai cani e ai rapaci; sua sorella Antigone si ribellerà a tale sorte e sarà condanata? Euripide, Stazio, Alfieri e Racine ( La Thébaïde ou les frères ennemis ) si sono ispirati a questi tragici personaggi. (…). Sette sono i campioni argivi all’assalto, sette gli eroi tebani alla difesa, sette le porte di Tebe assegnate. (…)

Colli di Roma

Sette sono i colli di Roma, città chiamata, per antonomasia, «I sette colli». È stato il re Numa Pompilio a istituire la cerimonia del Septimontium, che si celebrava l’11 dicembre presso i sepolcri degli Argivi, gli eroi che strapparono ai Siculi e ai Liguri alcuni colli della futura Roma. (vedi) Re di Roma. La prima descrizione risale all’epoca di Costantino, agli inizi del secolo IV. 1. Aventino 2. Celio 3. Campidoglio 4. Esquilino 5. Palatino 6. Quirinale, il più alto, associato al concetto latino di auctoritas 7. Viminale. Da Monte Mario, che gli antichi romani chiamavano Clivus Cinnae e Mons Gaudii, si può ammirare lo spettacolo più maestoso della città eterna, come dice Marziale nel quarto dei suoi epigrammi: «Hinc septem dominos videre montes/Et totam licet aestimare Romam». (vedi anche) I sette colli , 1948, rivista musicale di Alfredo Polacci, con Mario Riva e Riccardo Billi. Arrivederci Roma («The Seven Hills of Rome», Usa 1957), film diretto da Roy Rowland, con Mario Lanza, Renato Rascel, Marisa Allasio. (…)

Dado

Sette è il risultato della somma di due facce opposte del dado. Cioè, il dado ha sei facce, ciascuna delle quali reca un numero, indicato da punti che vanno dall’uno al sei; la somma dei punti sulle facce opposte fa sette: 1+6 = 2+5 = 3+4 = 7. (…)

Feste bibliche

Sette per sette settimane, sette per sette anni. I calcoli dei giorni di festa delle Settimane e del Giubileo sono basati sul quadrato di sette: «Conterai sette settimane; da quando si metterà la falce nella messe comincerai a contare sette settimane; poi celebrerai la festa delle Settimane in onore di Jahvè» (Deut. 16, 9). «Conterai pure sette settimane di anni: sette volte sette anni; e queste settimane di anni ti faranno un periodo di quarantanove anni. Poi il decimo giorno del settimo mese farai squillare la tromba dell’acclamazione; il giorno dell’Espiazione farete squillare la tromba per tutto il paese. E santificherete il cinquantesimo anno, e proclamerete la liberazione del paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà, e ognuno di voi tornerà nella sua famiglia» (Lev. 25, 8-10). Il vocabolo Giubileo probabilmente deriva da yobel, corno di capro che annunciava l’inizio della celebrazione. (…)

Meditazioni

sul sadomasochismo politico

Sette le Meditazioni sul sadomasochismo politico proposte dal Living Theatre, il gruppo di teatro sperimentale e d’avanguardia inteso come creazione di una collettività, fondato nel 1947 da Julian Beck e Judith Malina. Gli autori spiegano che Seven Meditations on Political Sadomasochism (1971) è un’indagine sui propri legami con un sistema politico basato sulla dominazione: attaccamento morboso al denaro, alla proprietà, agli oggetti; acquiescenza nei confronti del potere dello stato, della violenza, della guerra e della competizione; l’amore come gioco di potere, possessione e controllo. È il desiderio di un cambiamento rivoluzionario capace di rovesciare queste forme sadomasochiste in ogni campo. È un rituale per accrescere la comunicazione, esorcizzare il male e sperimentare l’estasi collettiva. Lo spettacolo utilizza diverse tecniche, dai riti delle tribù Gnaua del Marocco e quelli dei monaci za-zen, alla macumba e al candomblé del Brasile: corpi nudi richiamanti la pratica della tortura delle dittature latinoamericane, il tristemente famoso «pau de arara» (trespolo di pappagallo, nella foto), per un impegno politico di stampo pacifista e anarchico. (…)

Settetti o settimini (opere)

Bruno Maderna (1920-1973), Serenata per un satellite (1969), per sette strumenti, come prescrive l’autore nella partitura: «Violino, flauto (anche ottavino), oboe (anche oboe d’amore, anche musette), clarinetto (trasportando naturalmente la parte), marimba, arpa, chitarra (o mandolino) tutti insieme o separati o a gruppi, improvvisando insomma, ma con le note scritte». Maderna dedica questa Serenata al fisico torinese Umberto Montalenti, direttore dello European Space Operation Centre con sede a Darmstadt, che il 1° ottobre 1969 aveva progettato il lancio, dall’isola di Vandemberg nell’oceano Pacifico, del satellite europeo Estro I per lo studio dei fenomeni connessi alle aurore boreali.

Luigi Nono (1924-1990), No hay caminos, hay que caminar… dedicato a Andrei Tarkovski per sette gruppi strumentali (1987), è l’opera centrale di un trittico ispirato a un verso di Antonio Machado che Nono lesse sul muro di un chiostro di Toledo: «Caminantes, no hay caminos, hay que caminar» (Voi che camminate, non ci sono cammini, bisogna camminare), ossia la strada della ricerca perpetua, in un continuo scoprire e inventare. (…)

07/07/07 Terra in diretta

Il 7 luglio del 2007 ha avuto luogo in otto città diverse di cinque continenti un mega concerto denominato Live Earth (Terra in diretta), con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sul tema del surriscaldamento globale, che rischia di provocare eventi naturali sempre più disastrosi. (…)

* Un estratto dal «Dizionario maniacale del sette» (DigiSet, Roma, p 360, illustr. colori, euro 23). Si acquista on line (www.sirenalatina.com). Prezzo speciale (19 euro, inclusa spedizione) per i lettori del «manifesto».

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