In una città come Milano si grida all’emergenza per 3.200 migranti. Pierfrancesco Majorino, lei è l’assessore alle Politiche sociali della giunta Sala, dica la verità: ma non stiamo un po’ esagerando? «Intanto i migranti sono 3.300. Poi diciamo che si possono utilizzare le parole che si preferiscono, però 3.300 persone non sono facili da gestire. Consideri che insieme al terzo settore dal 18 ottobre del 2013 il Comune di Milano sta ininterrottamente svolgendo una azione di accoglienza abbastanza unica in Italia, con oltre 93.500 profughi assistiti. Persone che fino al gennaio scorso erano transitanti, ma che da gennaio sono in gran parte richiedenti asilo. Diciamo che la situazione è di grande difficoltà. Certo, da noi non ci sono le scene che si vedono in altre città perché comunque un letto lo abbiamo sempre trovato a tutti».

Anche l’anno scorso si è verificata la stessa emergenza, quando lei era assessore con il sindaco Pisapia. Eppure se non sbaglio da parte dell’amministrazione la gestione è stata più razionale.
Scusi cosa sta dicendo, che c’è una differenza tra la giunta Pisapia e la giunta Sala? E poi si sbaglia, se si riguarda i giornali vede le stesse dinamiche di oggi. Diciamo che abbiamo sempre avuto la capacità di offrire un tetto alle persone, ma questo non significa che non si sia in una situazione di difficoltà oggettiva. E sarebbe ora che il governo si desse una mossa.

Il Viminale dice che il problema sono le amministrazioni che rifiutano di accogliere i migranti. Se lo facessero tutti e ottomila comuni presenti in Italia…
Noi lo diciamo da due anni e non ci hanno ascoltato pensando che in qualche modo le cose sarebbero cambiate. Invece purtroppo avevamo ragione. Il tema è proprio questo: passare dallo spontaneismo di alcuni comuni illuminati a una fase in cui tutti i comuni vengono responsabilizzati. Un problema che abbiamo pure nell’area metropolitana milanese: su 134 comuni ce ne sono una ventina che fanno un gran lavoro e più di cento che fanno poco o nulla.

Molti sono a guida leghista.
Si ma non solo. Nel nord questo atteggiamento è sicuramente influenzato dalla presenza della Lega ma purtroppo su questo terreno ci sono tanti amministratori di centrosinistra che pensano di potersi girare dall’altra parte.

Lei dice: più facciamo, più migranti ci mandano. Cosa rimprovera al governo?
Chiediamo da tempo che venga rivisto il sistema di accoglienza a livello nazionale, con un piano di distribuzione equo sul territorio e sui diversi comuni. Credo poi che la madre di tutto sia la necessità di portare a casa a livello europeo risultati che oggi ancora non si riescono a ottenere. Occorre rivedere le regole di Dublino e serve un diritto di asilo europeo. Infine serve un grande piano per sbloccare le proprietà demaniali, come le caserme sulle quali ancora ci sono troppe difficoltà e lentezze ma che sono utili perché l’accoglienza possa essere fatta in strutture che siano le più efficaci possibili, in modo da non avere problemi con i quartieri. Non voglio fare il leghista di sinistra, ma sono stato a Roma poche settimane fa e sono rimasto sbalordito vedendo i materassi per strada. Sono stato anche a Como in questi giorni. Ci sono situazioni nelle quali davvero serve un’impronta molto più decisa.

A proposito di strutture, pensate di allestire una tendopoli?
No, aumenteremo semplicemente il numero di tende già in uso nell’ex Cie di via Corelli.

Invece a che punto siamo con il campo base di Expo?
Lo aspettiamo con ansia. C’è un’azione molto determinata del presidente della regione Maroni contro questo progetto. Per i migranti sarebbe una soluzione razionale, perché potrebbero vivere in casette all’interno di un’area che pur essendo servita non ha condomini intorno, dove quindi sarebbe possibile sviluppare un intervento di qualità.

E’ pessimista?
Mi pare una situazione surreale. Abbiamo i posti, abbiamo un’area che non crea disagi e fastidi a nessuno e siamo fermi. Avevamo anche espresso il nostro interesse a far sì che a essere ospitati non fossero solo i profughi ma anche cittadini milanesi o del comune di Rho colpiti da sfratti. Invece niente, fermi per un’impuntatura di Maroni che preferisce dire di no per far vedere che non vuole gli immigrarti. In questo modo non fa altro che generare altre difficoltà.