L’inaugurazione affidata a I am Not Your Negro di Raoul Peck appare come una dichiarazione di intenti oltre a confermare la relazione con un cineasta le cui opere sono state sempre un prezioso riferimento. Il FCAAAL – Festival del cinema Africano, Asia, America latina – che si è aperto a Milano il 19 fino al 26 marzo – è un appuntamento indispensabile in Italia, visto il vuoto quasi totale di circuitazione soprattutto per il cinema africano. Invece esplorarne da vicino immagini e immaginari aiuterebbe a rompere la prospettiva (e i luoghi comuni) della cronaca e del racconto generico.

 

 

Il programma, che comprende lunghi, corti, doc, incontri (per maggiori dettagli www.festivalcinemaafricano.org) presenta anche un film indipendente ambientato in un villaggio del Marocco nella vita quotidiana di una comunità berbera. House in the Fields (Una casa nei campi) è diretto da Tala Hadid (anche alla fotografia e al montaggio), che è nata a Londra e ora vive a Marrakesch, e nella filmografia ha anche un film ispirato a Pasolini – Sacred Poet).

 

 

La protagonista è una ragazzina, Kadija, con le gote rosse rosse un po’ per il freddo, parecchio probabilmente per le scarse vitamine, che da grande vorrebbe essere un avvocato. Forse per rimediare alle ingiustizie che la circondano, che permeano quella realtà dove «vivere costa fatica», e gesti semplici, di tutti giorni, che compiamo senza pensarci come aprire l’acqua e lavare i piatti comportano sforzi terribili: sfidare il freddo d’inverno, il peso dei recipienti perché l’acqua non c’è.

 

 

In primavera ritorna la bellezza dice Khadija che pensa con dolore all’estate, quando sua sorella andrà via sposata a un ragazzo che non conosce e che le ha promesso di portarla a Casablanca. Per le ragazze è il solo modo di fuggire dagli obblighi della tradizione: ma sarà vera fuga?
Nella nostalgia dei giochi infantili, di un legame profondo di complicità e dolcezza che di dissolve, il desiderio delle ragazze stride col mondo, e se la natura forte, quasi sospesa nel tempo tra le montagne dell’Atlante, è uno spazio dui libertà, la domensioe cristallizzata è una gabbia. Tra le cui piegeh sciovola la battaglia di Khadija, che ama la scuola, e non vorrebeb mai lasciarla per sposaersi. Il futruo è questa scommessa.