Svolta violenta nella campagna elettorale francese: François Fillon, prendendo in prestito gli argomenti dell’estrema destra, impantanato negli scandali, adesso si sente vittima di un «complotto» e accusa François Hollande di essere alla testa di un «gabinetto occulto» che manovra per screditarlo. L’attacco si è precisato alla tv, giovedì sera, durante la trasmissione Emission politique di France2, dove era invitato per più di 2 ore il candidato Républicain. Fillon ha citato un libro appena uscito, scritto da tre giornalisti, Bienvenue Place Beauveau, Police: les secrets inavouables du quinquennat, per affermare che «Hollande fa arrivare tutte le intercettazioni giudiziarie che gli interessano nel suo ufficio», e «al corrente dei più piccoli particolari» li usa per screditare i rivali. Uno «scandalo di stato» per Fillon. Inabituale, l’Eliseo ha reagito con un comunicato già nel corso della trasmissione tv, per «condannare con la più grande fermezza le affermazioni menzognere» di Fillon. Poi ieri Hollande ha insistito: «L’esecutivo non è mai intervenuto in nessuna procedura giudiziaria» e «Fillon non dà prova di dignità e di probità», il candidato è «al di sotto della dignità». Per Hollande, «lo scandalo non riguarda lo stato, ma una persona che dovrà risponderne di fronte alla giustizia». Fillon è infatti indagato per i presunti impieghi fittizi della moglie Penelope e di due figli, lautamente pagati come assistenti parlamentari. Inoltre, la sua società di consulenza è sospettata di aver manovrato per mettere in contatto un miliardario libanese e Putin, intascando 50mila dollari. I vestiti lussuosi regalati da un avvocato trafficone nelle reti africane francesi sarebbero stati restituiti (dopo averli usati).

Anche gli autori dei libro hanno smentito Fillon: non abbiamo individuato nessun complotto, affermano i giornalisti. «La sola persona che crede che ci sia un gabinetto occulto all’Eliseo è Fillon», ha commentato uno degli autori, Didier Hassoux, giornalista al Canard Enchainé (settimanale che ha fatto le prime rivelazione sullo scandalo degli impieghi fittizi di Penelope).

Anche la famiglia di Pierre Bérégovoy, ministro ai tempi di Mitterrand che si è suicidato nel ’93 in seguito a sospetti su un prestito di un imprenditore amico di un milione di euro, ha protestato: Fillon si è paragonato al socialista di origine operaia, che al di là dell’oscuro episodio del prestito ha lasciato un ricordo di politico impegnato e dedito al bene pubblico. La scrittrice Chrstine Angot, invitata in studio alla trasmissione su France 2, si è indignata e ha suscitato la reazione astiosa di Fillon che ha fatto ricorso a tutti i trucchi possibili per cercare di uscire dal pantano e dalle illegalità in cui è caduto a causa del suo smoderato amore per il denaro. Mentre l’inchiesta non fa che peggiorare la sua posizione: ieri, è stato interrogato e indagato Marc Joulot, il deputato che ha sostituito Fillon all’Assemblée (quando quest’ultimo è diventato primo ministro di Sarkozy nel 2012) e che aveva «assunto» Penelope come assistente parlamentare, aumentandole lo stipendio a quasi 10mila euro al mese. Fillon per il momento, pure indagato, è al riparo da nuovi interventi dei giudici, ma Penelope sarà interrogata il 28 marzo e potrebbe anch’essa venire indagata.

La destra rischia di perdere le presidenziali e già dietro le quinte si stanno affilando i coltelli per il dopo-presidenziali. Fillon però si illude: è convinto di avere dalla sua ancora lo zoccolo duro degli elettori républicains e spera di ottenere un risultato migliore di quello che gli promettono i sondaggi, che lo danno escluso dal ballottaggio, molto dietro Emmanuel Macron. L’astensione minaccia di essere forte, secondo gli ultimi sondaggi al 32% (alle presidenziali la media era del 20%) e ancora il 43% è indeciso su chi votare.

 

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I sondaggi confermano la presenza di Marine Le Pen al ballottaggio. La candidata del Fronte nazionale ieri è stata ricevuta a Mosca da Vladimir Putin, dopo aver trascorso 3 ore con i parlamentari dell’autocrate russo. Il Fronte nazionale è sospettato di aver ottenuto dei prestiti in Russia, ma ha sempre smentito. Marine Le Pen ha promesso a Putin di «operare» per «togliere le sanzioni alla Russia», decise dagli europei dopo l’annessione della Crimea. Le Pen ha promesso inoltre che, se eletta, riconoscerà immediatamente la Crimea come parte della Russia.