Sebbene la discussione e gli studi sul rischio economico-sociale relativi al rischio di un aumento delle disuguaglianze tra la parte superiore e la parte inferiore della società siano relativamente abbondanti, la ricerca sulle tendenze del reddito mediano, che generalmente rappresenta la classe media, sono meno frequenti.

In particolare sono mancate indagini e ricerche sulle principali trasformazioni nel mondo del lavoro negli ultimi 20 anni in termini di mercato del lavoro, dialogo sociale, condizioni di lavoro, salari e redditi, che più di altri influenzato la classe media.

In particolare, quali sono le tendenze a lungo termine per la classe media in Europa? Secondo volume dell’Il Disappearing del ceto medio in Europa?, la classe media è diminuita durante la crisi economica e finanziaria, in particolare tra il 2008 e il 2011, ma la sua contrazione era visibile fin da prima della crisi del 2007.

Per strano che possa sembrare, anche la Germania ha registrato una forte contrazione della classe media (meno 3% l’anno), così come Lussemburgo, Paesi Bassi, Grecia, Regno Unito, e anche in Danimarca. Sebbene la classe media sia aumentata in Spagna prima della crisi, con la crisi ha registrato una caduta senza precedenti. In media, la classe media europea è diminuita del 2,3% tra il 2004 e il 2011 e, secondo gli ultimi dati disponibili, il calo non sembra arrestarsi.

Secondo l’Ilo, la riduzione del peso specifico della classe media e, quindi, del lavoro non ha una causa specifica, ma la combinazione di salari più bassi, calo dell’occupazione nel settore pubblico – che danneggia in particolare le donne che rappresentano una fetta importante di questo settore -, hanno portato al declino della classe media. Se aggiungiamo le altre concause del declino della classe media – bassa qualità dei posti di lavoro, la crescita di alcuni settori a bassa retribuzione, come il progressivo indebolimento dei meccanismi di contrattazione collettiva, possiamo intravvedere nell’indebolimento dell’autorità salariale la maggiore causa dell’arresto del consolidamento della classe media.

Probabilmente il voto di domenica sarà lo spaccato fedele dello stato di salute della così detta middle class. Non solo perché il problema della middle class è un problema europeo, ma perché ha dei colpevoli. L’impoverimento dei giovani e la tenuta degli anziani è legata a due modelli economici molto diversi: gli anziani sono figli di Keynes; i giovani sono figli di Reagan- Thatcher e delle peggiori applicazioni fatte in Europa. La politica economica sottesa, in ragione di una presunta superiorità del mercato e, in particolare, della liberalizzazione del mercato del lavoro, ha distrutto le autorità salariali.

La posizione (politica) di alcune importanti agenzie di rating sull’eccesso di socialismo nelle costituzioni europee, figlie di Keynes e Roosvelt, è il tentativo (rozzo) di ripristinare l’economia del leverage come motore della crescita.

La Storia non la conoscono e, soprattutto, perdono di vista il ruolo fondamentale del lavoro e dell’autorità salariale. Queste agenzie hanno paura dell’autorità salariale, pur riconoscendo che la crisi è legata alla carenza di domanda. La narrazione del mercato e del merito non convinceranno le persone perbene; hanno pagato duramente e sulla propria pelle la delegittimazione politica dei corpi intermedi. La classe media, calcolata come gruppo che ha un reddito compreso tra l’80% e il 120% del reddito mediano di uno stesso paese, si è ridotta e impoverita soprattutto perché è venuta meno l’autorità salariale.

La classe media in Germania era pari al 30% dieci anni fa, mentre oggi rappresenta il 27%; in Spagna era pari al 29%, mentre oggi è pari al 25%; in Danimarca la classe media passa dal 44% al 40%.

L’Italia segue lo stesso trend: attualmente la classe media è pari al 29%. Un bel declino rispetto a dieci e più anni addietro.

Forse la sinistra deve trovare una narrazione all’altezza della sfida che deve affrontare.