Per la prima volta nella storia, i giornalisti delle agenzie di stampa Ansa, Adnkronos, Radiocor Plus, Agi, Italpress, Askanews tra gli altri si sono mobilitati contro la decisione del ministro dello sport Luca Lotti con la delega per l’editoria di sostituire l’attuale regime delle convenzioni con un sistema dei bandi europei. L’informazione che fornisce la materia primaria all’intero sistema dei media italiani è sul mercato e le agenzie italiane che forniscono servizi giornalistici all’esecutivo dovranno concorrere con i giganti del settore in Europa. In questa impostazione da «libero mercato» manca tuttavia l’elementare principio della reciprocità: in nessun altro paese un’agenzia come l’Ansa – tra le prime cinque al mondo – è stata mai invitata a partecipare a una gara per l’assegnazione di fondi statali. La singolare impostazione potrebbe provocare una serie di conseguenze a catena. La creazione di nuovi monopoli legittimati in base alla presunta «oggettività» del bando. La gara a «procedura aperta» e divisa in due lotti (uno per le amministrazioni e l’altro per il ministero degli esteri) rischia di portare l’informazione di base a non essere più prodotta in Italia e – almeno in parte – ad essere confezionata altrove. Questo significa che il settore che occupa un migliaio di persone, già in stato di crisi, subirà altri tagli.

METTERE TUTTO SUL MERCATO e vinca il migliore le risorse pubbliche in palio. Questa è l’ideologia del bando che di solito premia i soggetti che hanno più peso finanziario, ma non è detto che siano i migliori. L’impostazione provoca controversie sul piano legislativo. Lo ha riconosciuto l’Autorità nazionale anticorruzione con la quale l’esecutivo ha stipulato un protocollo per la vigilanza collaborativa. L’Anac consiglia di non ricorrere al bando ma a una «procedura negoziata». Per il presidente Anac Cantone «il percorso migliore è quello di una legge che regoli il sistema – ha detto – Fino ad oggi questo contratto veniva erogato con una valutazione di tipo quasi privatistico, ma questa attività non può che essere qualificata come appalto di servizi, quindi va applicato il codice dei contratti».

LA SVOLTA LIBERISTA del governo è recente. Nel giugno 2015 Lotti ha firmato una direttiva che prevedeva convenzioni senza bando. Il 25 gennaio il Tar del Lazio l’ha annullata. Poi la decisione di emanare un bando senza corrispettivo in Europa. I comitati di redazione delle agenzie ieri hanno protestato in contemporanea e chiedono il ritiro o la sospensione del provvedimento. Per Il dipartimento dell’editoria, a partire dal secondo semestre del 2017, i bandi ci saranno e l’acquisto dei servizi informativi sarà stipulato alla conclusione delle due gare previste. Costo: 30 milioni di euro all’anno. «È un salto nel buio di una procedura incompatibile con la democrazia» sostiene il cdr dell’Adnkronos. «Non è mai accaduto in Europa dove l’informazione di base è tutelata dai governi come interesse pubblico primario» aggiunge il cdr dell’Ansa. «Una scelta miope e scandalosa – rilancia il cdr di Radiocorplus – Il vecchio sistema delle convenzioni è criticabile, ma la politica deve elaborare un sistema più appropriato per la fornitura dei servizi giornalistici». Il cdr di Italpress metterà in campo «qualsiasi forma di protesta» insieme alle altre agenzie. Dunque, è in arrivo uno sciopero contro il governo. «Quella della gara è un’idea stravagante – sostiene Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) – Gentiloni segua la vicenda e la tolga dalle mani di Lotti». La federazione della stampa (Fnsi) propone un ddl da approvare in tempi brevi e norme per il settore in vigore dal primo gennaio 2018, con una transizione per uno spicchio del 2017.

L’IDEOLOGIA DEL BANDO sembra avere prodotto anomalie in Sicilia dove l’assemblea regionale ha cancellato gli affidamenti diretti per 350 mila euro a Ansa, Agi, Aska, Adnkronos e Italpress con un bando da 150 mila euro vinto da un’associazione temporanea di imprese composta da Agi e Italpress. Le altre agenzie contestano l’adozione di alcuni criteri, aspettano le carte e, probabilmente, presenteranno un ricorso.