«Qui sta tracimando tutto» ci dice Delio Di Blasi, sindacalista della Cgil. Una slavina di lotta che ha paralizzato per una giornata tutta la regione. Solo alle 17, dopo più di 7 ore di blocco, è stato sciolto il presidio che aveva interrotto la linea ferroviaria nella stazione di Reggio. È restato in piedi fino a sera invece il blocco della A3 all’altezza di Rende. Dopo lo sciopero che la scorsa settimana aveva fatto registrare un’adesione di quasi l’80%, lsu, lpu e precari sono tornati a dare battaglia nella mattinata di ieri. Dietro allo lotta ci sono ritardi nei pagamenti delle spettanze. E c’è poi la richiesta di risolvere la loro vertenza storica procedendo con la stabilizzazione. Un’azione coordinata e a raggiera. Che puntava a fermare i collegamenti da nord a sud e viceversa. Cosenza, Rende, la valle del Savuto, Vibo Valentia, Reggio: la lista di azioni e flash mob si è sparsa in lungo e largo per il territorio. Particolarmente forte è risultata la presa di posizione dei precari del Savuto che, dopo aver bloccato simbolicamente i cancelli di accesso agli uffici, sono saliti sul tetto dell’edificio in segno di protesta. I lavoratori chiedono «il rispetto degli accordi fra governo e regione, chiedono che venga ristabilita la cifra di 60 milioni decisa in loro favore, la stabilizzazione di tutti e il riconoscimento dei diritti contributivi e previdenziali», spiega Giuseppe Tiano, della Cgil di Cosenza. E mentre a Reggio alle 10 scattava il sit-in sui binari della stazione ferroviaria contemporaneamente a Vibo un folto gruppo di precari manifestava sotto alla sede della prefettura: si è trattato, hanno spiegato i sindacati, di una scelta come simbolo di tutte le prefetture della Calabria.