Un governo tecnico guidato dalla Cdu limitato a tre ministri e destinato a restare in carica solo i 70 giorni necessari a preparare nuove elezioni.

È la proposta, secca e a sorpresa, dell’ex governatore Linke, Bodo Ramelow, per risolvere la crisi della Turingia e mantenere vivo lo spettro delle urne anticipate, che i democristiani temono più delle purghe di Angela Merkel.

Ieri il primo ministro uscente (il politico più votato lo scorso ottobre) l’ha consegnata agli emissari cristiano-democratici reduci dal collaborazionismo con i fascio-populisti di Afd che la stessa cancelliera ha condannato come «imperdonabile».

Esattamente il giorno in cui nel teatro della guerra di successione alla segretaria Annegret-Kramp Karrenbauer entra in scena l’ennesimo sfidante, che tanto per cambiare è un altro uomo. Spunta dalle quinte della Cdu Norbert Röttgen, ex ministro dell’Ambiente di Merkel dal 2009 al 2012, oggi a capo della Commissione esteri del Bundestag: uno degli uomini-chiave della cosiddetta “Pizza Connection”, il gruppo di dialogo tra Cdu e Verdi creato negli anni Novanta, come ricorda la Deutsche Welle.

Sono i due nuovi tasselli del “puzzle” della politica tedesca mai così alla ricerca di nuovi incastri per sostenere il vecchio quadro della socialdemocrazia. Da questo punto di vista la cornice “pro-tempore” suggerita dall’ex presidente prova a sbloccare l’impasse che sta congelando le istituzioni in Turingia, dove il 31% ha votato Linke e il 40% è pronto a rivotare per Ramelow.

La sua minaccia di ritorno alle urne è condita dall’offerta della carica di governatore ad interim all’ex presidente Christine Lieberknecht, 61 anni, che lo ha preceduto alla guida del Land.

«Un contributo alla stabilizzazione dello Stato» spiega Ramelow con l’appoggio rivendicato dagli alleati della Spd che definiscono la sua proposta «molto buona». Anche perché l’ex premier “comunista” sta spaccando la Cdu sempre incardinata al mantra «né con Afd né con la Linke».

La deputata sassone Marian Wendt spiega sulla tv pubblica Ard: «La soluzione di Ramelow aiuta la Turingia, la Cdu e soprattutto gli elettori». Ma il capo dei “negoziatori” cristiano-democratici, Mario Vogt, fa appello alla cautela ripetendo che la linea della Cdu si limita alla «ricerca della stabilità» e non alla messa in discussione dell’«incompatibilità con gli estremismi».

Dilemma tutt’altro che locale; anche se i democristiani a Berlino da ieri sono davvero tutti concentrati sull’improvvisa discesa in campo di Röttgen, che secondo il sondaggio della Bild tra i 100mila lettori figura già primo della lista dei candidati alla segreteria Cdu.

Un segnale politico dall’organo di riferimento che segue, in parallelo, anche la corsa alla presidenza di Friedrich Merz, Armin Laschet, Jens Spahn e Markus Söder egualmente ansiosi di sostituire la dimissionaria Akk ben prima dell’estate. Cioè in tempo per la sfida che nel 2021 vale la vera posta in gioco: la cancelleria federale.