La novità programmatica dell’ultim’ora, la proposta più di sinistra del discorso di Conte. «Azzeramento totale delle rette per la frequenza di asili nido e micro nidi per le famiglie con redditi medio bassi a partire dal prossimo anno scolastico e ampliamento dell’offerta di posti soprattutto al mezzogiorno». La mossa è concordata con i partiti di maggioranza. E serve per dare un segnale anche in direzione del calo demografico: non avere asili è una delle ragioni principali delle culle vuote.

SECONDO GLI ULTIMI DATI disponibili dell’Istat (2016) la spesa pubblica per gli asili nido è pari a circa 1,2 miliardi per una copertura poco sopra il 10% dei bambini sotto i 3 anni, al netto dei servizi privati. Siamo il fanalino di coda in Europa e lontanissimi dall’obiettivo fissato dalla Ue nel Trattato di Lisbona del 33%.

Soddisfatta della promessa di Conte è la Fp Cgil che proprio pochi giorni fa aveva reso pubblico lo studio #chiedoasilo in cui denunciava come oltre un milione di bambini in Italia non avesse un posto negli asili: «Una vera emergenza nazionale». «È importante aver posto il tema come priorità del nuovo governo. Al governo suggeriamo di partire dall’ampliamento dell’offerta pubblica e dall’assunzione di nuovo personale».

COME RIPORTATO dalla categoria dei Servizi Pubblici della Cgil, infatti, «sul territorio nazionale si contano 13.147 servizi socio-educativi per l’infanzia, tra pubblici e privati, di cui 11.017 sono asili nido. Una mole tale da coprire nel complesso circa 354 mila bambine e bambini, in poco più della metà dei casi allocati in posti pubblici, e di cui 320 mila nei nidi. Numeri che corrispondono al 24% del potenziale bacino di utenza, ovvero 24 posti ogni 100 bambini.

LA STIMA DI OLTRE 1 MILIONE di bambine e bambini senza «diritto d’asilo», come riporta il report della Fp Cgil, «si rileva dal totale dei bambini tra 0 e 3 anni presenti sul territorio nazionale nel 2016, ovvero 1.492.020. Nel dettaglio tra 0 e 1 anno erano 479.611; tra 1 e 2 anni 500.649; infine tra 2 e 3 anni 511.760. Essendo i posti disponibili tra nidi pubblici e privati 320.286, le bambine e i bambini senza un posto, fuori dal circuito nidi, sono oltre un milione, per la precisione 1.171.724».

«Aumentare il numero di bambini all’asilo rappresenta un investimento strategico fondamentale per il Paese. Per queste ragioni è necessario invertire la rotta sugli investimenti sul personale che opera nel settore, attraverso nuove assunzioni, percorsi di riqualificazione e rinnovo del contratto nazionale», conclude la Fp Cgil.
Ora il governo – e i ministri Fioramonti e Gualtiri in particolare – dovrà trovare le risorse per mantenere la promessa. Secondo una stima dell’Anci, solo per i Comuni servirebbero 2,2 miliardi. Il Bonus asilo nido introdotto nel 2016 e ancora in vigore – fino a 1.500 al mese a famiglia per 11 mensilità – stanziava 300 milioni di euro.