«Se riparte il Sud, riparte l’Italia intera». Lo dice il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, a Vallo della Lucania, capoluogo del Cilento, provincia di Salerno.

Per la prima volta un Presidente del Consiglio in carica e in via ufficiale giunge nella cittadina cilentana. Conte arriva su invito del senatore pentastellato Francesco Castiello, presidente dell’Associazione «Grande Lucania» che si batte per creare una nuova regione. Probabilmente il premier – villeggiando, per ragioni familiari, nella vicina Agropoli – conosce da tempo Vallo della Lucania e parte del territorio, ma adesso è atteso da cento sindaci e dalla popolazione per consegnargli il «Manifesto per il Mezzogiorno», redatto in dieci pagine dalla «Grande Lucania» per richiamare la sua attenzione sui «mali» antichi e attuali del Cilento e del Sud.

Fuori dal teatro De Bernardinis, alla periferia del paese, dopo essere stato al reparto di pediatria del locale ospedale, lo aspetta una delegazione di nove lavoratori della Treoafon di Battipaglia in rappresentanza dei 53 lavoratori in cassa disoccupazione che hanno tappezzato il suo percorso con inviti «Fermati a Battipaglia». Un gruppo di Lsu è venuto invece da Napoli e protestano con un cartello: «25 anni utili allo Stato per una vita da precari». Quando arriva con quasi due ore di ritardo nel teatro i sindaci del Cilento e del Vallo di Diano lo accolgono con un lungo applauso.

Sul palco salgono l’anziano senatore Castiello, felice, il sindaco di Vallo della Lucania, Antonio Aloia, il presidente del Parco del Cilento, Tommaso Pellegrino, e Pasquale Lucibello, presidente della Banca del Cilento, che a nome di oltre 5600 soci a implorare: «Non ci abbandoni!». Il vice presidente della Regione, Bonavitacola, gli chiede a nome di Vincenzo De Luca di far uscire la sanità dal commissariamento.

Castiello parla di calore umano e denuncia che le popolazioni rischiano di perdere in maniera irrecuperabile le radici, parla di un milione di emigrati, delle strade-mulattiere peggiori di quelle «costruite da Murat nel 1806». Un telecamera inquadra Conte che lo applaude quando afferma di aver «scritto con il cuore e la mente il “Manifesto per il Mezzogiorno”», con almeno dieci iniziative per il territorio, come la strada del parco, il Museo di Velia, la riattivazione del tribunale a Sala Consilina.

Conte parla di tanti spunti di riflessione che il convegno gli ha offerto e assicura: «Quando prometto, mantengo la parola». Promette i soldi di Quota 34, 300 milioni per le scuole, per la sanità, per le infrastrutture stradali e ferroviarie per un’Italia più verde e più pulita perché, afferma: «Se piccolo è bello, se lo aiutiamo a crescere è ancora più bello». Promette di discutere il «Manifesto per il Mezzogiorno» con il Ministro Provenzano e dice del suo impegno personale «per far tornare il Cilento, un territorio ricco di storia e di futuro, insieme al Mezzogiorno allo splendore che merita» anche se «molto resta ancora da fare».