Dopo quasi un secolo e mezzo di attesa, il pubblico milanese può finalmente vedere Die Fledermaus di Johann Strauss, in scena al Teatro alla Scala fino all’11 febbraio. Segno di un cambio di passo della direzione artistica, intenzionata a esplorare repertori inediti e a riportare in scena opere mancanti da tempo. Die Fledermaus è una pièce paradossale per almeno due motivi: è un divertissement di evasione purissima e incosciente, composto nel 1874 in una Vienna flagellata da una grave crisi politica e finanziaria e da un’epidemia di colera; è un’operetta la cui scrittura musicale e vocale mostra una complessità inaudita per il genere. Forse proprio per queste ragioni la pièce al debutto non ebbe grande successo.

La direzione di Cornelius Meister piega la partitura a un disegno originale e convincente: ricondurre il melodismo estenuato del tardo romanticismo al nitore e al senso delle proporzioni del romanticismo agli albori, quello di Schubert per intenderci, coetaneo di quel Rossini che traghettò l’opera buffa settecentesca verso nuovi lidi, coniando una formula vitalistica e ironica le cui tracce sono evidenti in Die Fledermaus. Senza dimenticare la lezione di Verdi, che nella Traviata aveva usato la frivolezza mondana del walzer come lasciapassare di un realismo scabroso del tutto inedito. Questi intenti di compostezza vitalistica e ironica e allo stesso tempo di svagato realismo si integrano perfettamente nella nuova produzione scaligera,con regia di Cornelius Obonya e Carolin Pienkos, scene e costumi di Heike Scheele, luci di Friedrich Rom e coreografia di Heinz Spoerli: l’azione viene spostata dalla Vienna fin de siècle all’odierna Kitzbühel, località turistica del Tirolo dove soggiornano miliardari di tutta Europa, potenti, poliglotti, devoti all’alcol e all’avventura erotica.

Così i tempi comici necessari alla riuscita della pièce, le trame sentimentali scoppiettanti ed equivoche, la costruzione beffarda di un mondo illusorio fatto di inganni molto realistici generano uno spettacolo coeso e genuinamente divertente, che prende vita grazie a un cast di interpreti vocalmente all’altezza e scenicamente strascinanti, capaci di passare con agio dal tedesco all’italiano della parte parlata: Eva Mei, Daniela Fally, Elena Maximova, Giorgio Berrugi, Peter Sonn e Markus Werba, accompagnati dall’irresistibile Paolo Rossi nella parte di Frosch.