Chicago ha un nuovo sindaco e per la prima volta è una afro-americana dichiaratamente gay. La 56enne ex assistente procuratrice degli Stati uniti Lori Lightfoot ha vinto contro la sfidante, Toni Preckwinkle, anche lei donna afroamericana, e sostituirà l’attuale sindaco di Chicago, Rahm Emanuel, che non ha cercato la terza rielezione.

rima della vittoria, Lightfoot, sulla scia dello scandalo di Laquan McDonald (la ragazzina afroamericana a cui un poliziotto bianco, Jason Van Dyke, aveva sparato per 16 volte mentre si allontanava), era stata nominata da Emanuel capo di una nuova task force che si occupa delle responsabilità legali della polizia di Chicago, notoriamente problematica e violenta. Sotto Lightfoot la città aveva sostituito la sua agenzia di sorveglianza sulla polizia con un corpo civile, pensato appositamente per avere più controllo sugli agenti e su i loro supervisori.

Tocca a lei, ora, governare una delle città più problematiche degli Stati uniti, schiacciata da un debito di 28 miliardi di dollari, una popolazione in calo, un tasso di omicidi che supera quello di New York e Los Angeles. Sarà sua la responsabilità di affrontare la lotta contro la circolazione di armi, il crimine e la relazione difficile tra polizia e cittadini.

«Ora faremo i prossimi passi insieme – ha detto Lightfoot nel discorso per la vittoria – Insieme possiamo finalmente mettere gli interessi della nostra gente, tutta la nostra gente, contro gli interessi di pochi potenti. Lì fuori stasera un sacco di ragazzine e ragazzini ci stanno guardando e stanno vedendo l’inizio di qualcosa, una città rinata, a cui non importa di che colore sei, non importa chi ami, basta che ami con tutto il cuore».

Negli ultimi anni i crimini violenti sono stati spesso la ragione della presenza di Chicago nei titoli dei telegiornali: il 2016 ha registrato il numero più alto di omicidi in due decenni, 762, più di due al giorno. Da allora le uccisioni sono diminuite, 650 nel 2017 e 550 nel 2018.

La polizia ha attribuito il calo della violenza in parte all’assunzione di agenti e in parte a una nuova politica di polizia di quartiere, volta a riguadagnare la fiducia della comunità.

«Un nuovo sindaco con un piano serio per la riforma della polizia e migliori relazioni polizia-comunità migliorerà la qualità della vita e incoraggerà le persone, specialmente i giovani che desiderano costruire una famiglia a trasferirvisi – ha dichiarato alla Cnn Arthur Lurigio , professore di psicologia e giustizia criminale alla Loyola University di Chicago – La percezione che un nuovo sindaco crea su sicurezza e polizia ha il potere di rendere la città un luogo in cui vivere e fermare il deflusso dei residenti».

Tutta la campagna elettorale democratica per il ruolo di sindaco di Chicago è stata sorprendente, non solo perché a contendersi il posto erano due donne afroamericane (comunque già questo è notevole), ma perché il terreno di sfida sono state le posizioni di sinistra delle candidate: la 72enne Preckwinkle, tra le file democratiche da molto tempo, aveva come punto focale della sua campagna il diritto allo studio e il salario minimo a 15 dollari l’ora.

A nuocerle è stato l’aver assunto il figlio di un potente assessore appartenente alla vecchia scuola del partito, Ed Burke, per un lavoro da 100mila dollari l’anno. Burke, dopo che l’Fbi ha fatto irruzione nei suoi uffici, è stato accusato di tentata estorsione, mentre Lightfoot per tutta la campagna elettorale ha mantenuto l’immagine e la reputazione di una politica lontana da intrighi e corruzioni.

Con la sua vittoria, Lightfoot va a far parte del gruppo sempre più numeroso di sindaci democratici apertamente gay, insieme a Pete Buttigieg, primo cittadino di South Bend in Indiana e ora candidato alla Casa bianca.

La sua corsa sta andando sorprendentemente bene e sembra far pensare come per una buona parte d’America le preferenze sessuali non siano più un tabù politico e che a fare la differenza siano i programmi progressisti e una reputazione cristallina, lontana dai giochi di palazzo.