Chi prega gode di miglior salute e vive più a lungo, affermava una ricerca resa nota a Baltimora lo scorso febbraio al meeting dell’Associazione americana per l’avanzamento delle scienze. Ora l’argomento viene lanciato dal settimanale statunitense Time, numero in edicola, copertina e dossier di dieci pagine sul rapporto tra fede e guarigione.
Time cita un numero rilevante di casi e di studi scientifici. Da una ricerca – «incoraggianti» i risultati – sugli effetti della preghiera sull’Aids, osservati dalla dr. Elisabeth Targ, direttore della ricerca oncologica psicosociale al California Pacifici Medical Center di San Francisco. Agli studi dell’Eastern Virginia Medical School di Norfolk e della Stanford University. Tutti d’accordo: qualcosa accade. Ma come? Forse è lo stile di vita più rilassato, o l’effetto diretto della preghiera e della meditazione sul corpo: migliora in genere la circolazione del sangue e la depressione. Herbert Benson di Harvard afferma che la meditazione ha effetti positivi certi sul corpo: il 75% dei sofferenti d’insonnia comincia a dormire; il 35% delle donne infeconde inizia la prima gravidanza; il 34% di malati cronici soffre di meno e riduce l’uso dei farmaci. David Felten, capo dipartimento di neurobiologia dell’Università di Rochester, ipotizza che la meditazione agisca sullo stato della mente e questa a sua volta sull’attività ormonale che ha un impatto diretto sulle difese immunologiche. Per quanto riguarda l’«effetto placebo», Benson osserva che «gran parte della storia della medicina è la storia dell’effetto placebo». Secondo Benson la fiducia dei pazienti nelle cure incide dal 60 al 90% sul loro successo.
Time pubblica la testimonianza di Marty Kaplan (scriveva i discorsi del vice presidente Walter Mondale) sugli effetti benefici della meditazione. Completa il servizio un’inchiesta su salute e New Age, che enfatizza la spiritualità e la connessione Corpo-Mente-Spirito. Con una mappa delle tendenze, da Louise Hay a Shakti Gawain a Andrew Weil e Larry Dossey. Ampio spazio a Deepak Chopra, leader della scuola terapeutica basata sul perfetto equilibrio tra mente e corpo. (D. C. Benessere totale, Sperling & Kupfer).
Anche Herald Tribune ieri affronta le cure non convenzionali con un articolo in prima pagina tratto dal New York Times Service. L’esplosione delle medicine alternative preoccupa l’establishment medico Usa che le accusa di provocare anche la morte dei pazienti.
Negli ultimi dieci anni moltissimi americani – uno su tre – hanno scelto le terapie alternative. Omeopatia, fitoterapia, agopuntura e medicina cinese, aromaterapia, naturopatia hanno inoltre acquistano credito negli ambienti ufficiali.
Perfino il prestigioso Beth Israel Hospital di Boston, associato con la Harvard Medical School, recentemente ha messo su un centro di medicina alternativa. Mentre l’Istituto nazionale per la salute da cinque anni ha un ufficio che informa sulle medicine non convenzionali. Infine il dottor Arthur Caplan, direttore dell centro di bioetica dell’Università della Pennsylvania, difende la libertà di cura.