Molto tesi entrambi, Raggi osa un tono viola sotto la giacchetta, Giachetti ribadisce la camicia bianca senza cravatta e si dimostra facilmente il candidato più competente. Invece Raggi evita molte domande: rimanda sulle Olimpiadi, non ha ancora la giunta, persino a chi dedicare una strada vuole farlo scegliere agli elettori – mentre il suo avversario naturalmente ha in testa Pannella. Ma la grillina ha gioco facile nel rovesciare sul candidato del Pd la condizione pesante in cui si trova la Capitale: «Perché non avete fatto negli ultimi venti anni quello che promettete adesso?».

Sul Campidoglio trasformato in studio televisivo la sfida è uno spettacolo. Gianluca Semprini di Sky Tg 24 chiede ai due contendenti persino di rivolgersi direttamente al «cecato», Carminati. Poi butta una carta in terra («mi fate la multa?») e va sul personale: «Siete credenti?» Raggi non lo dice, Giachetti si dichiara «agnostico». Domande anche sui redditi e le proprietà, e qui Giachetti si mette un po’ sulla difensiva a proposito dei due casali, o «casaletti», che possiede a Subiaco. Recupera sul mega debito della città. Se Raggi propone «un audit» e la rinegoziazione, il vice presidente della camera dice che «è un bene scoprire che non vuole più protestare una parte del debito, aprendo la via al default». Lei piuttosto calca la mano sulla dimensione del debito: «Adesso è a 13 miliardi, ma prima della gestione commissariale era 22 grazie al Pd». «Segnalo alla Raggi – la replica di Giachetti – che questi mutui risalgono a trent’anni fa quando il Pd non esisteva ancora». L’applauso è il primo convinto per il candidato Pd. Che subito dopo ammette: «Adesso non si possono pagare meno tasse». «L’aveva promesso, ora è lui ad aver cambiato idea», risponde Raggi. A proposito di Olimpiadi, il candidato Pd si mette a parlare di sé in terza persona, «Giachetti è favorevole», e la candidata grillina lo sferza: «È agghiacciante che voglia puntare tutto su un evento futuro e incerto, un buon cuoco deve cucinare con gli ingredienti che ha in frigo» – si vede che la battuta è preparata.

Preparati i due lo erano certamente sulle buche, Giachetti scivola sull’«asfaltamento della città» ma annuncia che punterà sui maxi appalti «e mi affiderò alla consulenza di Alfonso Sabella». Raggi invece, e qui si vede la prima differenza nelle proposte, dice che «dobbiamo evitare di dare appalti solo a grandi ditte». Sul tema asili nido, per Raggi è «meschino promettere di abbassare le rette in campagna elettorale». Giachetti le fa notare che «ogni tanto bisognerebbe anche dire quello che si ha in testa, io metterei sul sociale tutti i soldi recuperati». E il candidato Pd se la cava con la domanda sui municipi. Se la candidata a 5 stelle confonde l’undicesimo con il sedicesimo, Giachetti, che al comune (con Rutelli) ha lavorato, riconosce il quattordicesimo e può anche proporre il recupero di un forte, in zona. Finale su Atac, i pullman. «Bisogna proseguire sull’opera di risanamento», dice Giachetti. Ma lo scontro si accende sui nuovi autobus. Giachetti dice che ne vuole comprare 170, Raggi tira fuori un documento che prova che sono già stati comprati. Giachetti dice che allora è merito del Pd, Raggi lo gela: «Questa gara l’ha fatta Tronca, non il Pd». Ma nell’appello finale la candidata grillina finisce per citare il tormentone renziano: «Noi vogliamo cambiare verso».