La Polonia non giocherà contro la Russia per la Coppa del Mondo in Qatar
Sport Szczesny: «Mi rifiuto di scendere in campo». Ieri Abramovich ha lasciato il Chelsea, dopo la a condanna alla guerra voluta da Putin espressa dalla figlia Sofia
Sport Szczesny: «Mi rifiuto di scendere in campo». Ieri Abramovich ha lasciato il Chelsea, dopo la a condanna alla guerra voluta da Putin espressa dalla figlia Sofia
Niente spareggio contro la Russia per un posto ai Mondiali in Qatar. Tra i gesti simbolici che si moltiplicano nello sport mondiale a condanna dell’invasione russa in Ucraina c’è la Polonia che non sarà in campo il 24 marzo a Mosca contro i russi, pronta a sacrificare la sua presenza alla Coppa del Mondo che si gioca a novembre, pur di lanciare l’ennesimo segnale forte dello sport che non volta le spalle alla guerra. «Mia moglie è ucraina, mio figlio ha sangue ucraino e parte della famiglia è lì, Putin dichiara guerra a tutti i valori dell’Europa, libertà, uguaglianza, pace, mi rifiuto di giocare contro chi legittima azioni così del loro governo», ha spiegato il portiere della Juventus, Szczesny. Dopo la Polonia è stata la volta della Svezia, che ha annunciato l’intenzione di non giocare contro la Russia, anche in una sede diversa da Mosca, qualora le due nazionali dovessero affrontarsi.
UN INVITO pubblico alla sospensione dei bombardamenti russi in Ucraina è arrivato anche da Rublev, russo numero sette al mondo nel tennis maschile, dopo un incontro vinto a Dubai, mentre è significativa la condanna alla guerra voluta da Putin da parte di Sofia Abramovich, figlia di Roman, patron del Chelsea e testa di ponte degli oligarchi amici del presidente della Federazione russa, sbarcati decenni fa nel calcio europeo. Intorno ad Abramovich c’è un alone di mistero, il patron del Chelsea non figurerebbe nella lista di oligarchi russi nel Regno Unito che rischiano la confisca del patrimonio e c’è incertezza anche sulla sua residenza attuale, in Russia o in Israele, sicuro non in Inghilterra.
C’è stato un altro gesto forte: Toko Shengelia, ala georgiana del Cska Mosca, una delle squadre di basket più forti d’Europa, che ha deciso di non giocare più con il club russo, spiegando di non poter più scendere in campo per il paese con l’esercito che produce morti in Ucraina. E poi un altro, ancora più potente: il tennista ucraino Sergiy Stakhovsky (ha battuto una volta Roger Federer a Wimbledon) ha deciso di unirsi alle forze militari del suo paese per resistere all’assalto russo.
Se l’ex allenatore della Roma Paulo Fonseca, rifugiato in una casa a Kiev con la famiglia, è stato riportato in Portogallo con una missione di salvataggio dell’ambasciata portoghese, si trova ancora a Donetsk con il suo staff tecnico Roberto De Zerbi, allenatore dello Shakhtar. Un contributo arriva anche dalla nazionale azzurra di spada, che si è ritirata, al pari dei colleghi austriaci, estoni e svizzeri, dalla prova di Coppa del Mondo in corso a Sochi mentre l’Italbasket si tinge il viso con i colori della bandiera ucraina stasera a Bologna contro l’Islanda.
MA C’È ANCHE chi riesce a non condannare la decisione di Putin di invadere l’Ucraina: Alex Ovechkin, una delle stelle della National Hockey League (gioca negli Washington Capitals) e grande sostenitore di Putin, si è detto contro la guerra senza mai nominarlo, anzi sostenendo che l’autocrate russo resta «il suo presidente».
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