La polizia di New York ha patteggiato un risarcimento danni per più di $ 300.000 a sei componenti di Occupy Wall Street, per aver usato lo spray al peperoncino contro di loro, senza una motivazione giustificabile. È solo l’ultimo dei 2.600 casi relativi al 2011 che vedono Occupy Wall Street ancora una volta schierata contro la Nypd. Quest’ultimo caso si riferisce a una manifestazione avvenuta una settimana dopo l’occupazione di Zuccotti park, durante la quale gli occupiers si diressero verso il ponte di Brooklyn con l’intenzione di bloccarlo. In quell’occasione la polizia intervenne tempestivamente circondando una porzione del corteo con la famigerata rete arancione e il vice ispettore di polizia Anthony Bologna usò su alcuni dei manifestanti intrappolati, per lo più donne, lo spray urticante.

Il video di quella mossa della polizia diventò virale e contribuì a galvanizzare l’interesse e il sostegno ad Occupy. Anthony Bologna fu sospeso e trasferito a Staten Island ma la storia non poteva essere chiusa così. I legali degli attivisti di Ows hanno sostenuto che la Nypd ha violato i diritti costituzionali sanciti dal Primo Emendamento. L’avvocato Mark Taylor, che difende tre dei manifestanti, Damien Crisp, Kelly Hanlin e Julie Lawler, subito dopo la sentenza ha dichiarato che l’importo ottenuto mostra che la città di New York è consapevole che l’azione della polizia è stata impropria ed eccessiva.

Questo è solo l’ultimo di una serie di versamenti che la città di New York ha fatto ai militanti e sostenitori del movimento Occupy. Fin’ora ha pagato oltre $1.2 milioni per risolvere le cause generate dalla politica di tolleranza zero della Nypd appoggiata dall’allora sindaco Bloomberg che ha sempre osteggiato le azioni di Ows nonostante la loro matrice non violenta. Tutto comincia nel dicembre del 2013 con il caso di Shawn Carriè a cui la Nypd ha dovuto versare $82.000 per averlo brutalmente arrestato tre volte e lasciato con un orecchio sanguinante, un pollice ferito e incubi ricorrenti.

Da allora la polizia newyorchese ha sistematicamente patteggiato ogni causa riconoscendola come persa ed ammettendo implicitamente come la violenza con cui si è opposta ad Occupy fosse pretestuosa, come dimostra il patteggiamento di 230.000 dollari pagati per la distruzione di proprietà private degli occupiers durante lo sgombero di Zuccotti Park, il 15 novembre del 2011.