Pioggia passata folate di vento marino 雨过海风一阵阵

Uccelli che si spargono nel cielo 撒向天空的小鸟

Notte di luce fredda quiete 光明冷静的夜

Luce del sole 太阳光明

S’infila nel cielo di adesso 现在的天空中去

Pensieri di fredda quiete 冷静的心头

Dal Nord vento selvaggio 野蛮的北风

Mentre io scopro un Mondo Nuovo 当我发现一个新的世界

Xiao Bing 小冰

La Cina vanta circa tre millenni di tradizione poetica, coltivata da artisti, istituzioni educative e dagli stessi governanti. Scrivevano poesie gli imperatori antichi, scriveva poesie Mao Zedong 毛泽东, e pure Xi Jinping 习近平, da politico emergente, si era un tempo dedicato alla poesia. In rete ancora oggi circolano alcune sue poesie composte negli anni Novanta, mentre i suoi discorsi pubblici, in genere, appaiono fittamente punteggiati di citazioni di versi classici. Negli ultimi anni, anche gli ingegneri cinesi si sono dati da fare per assicurare al loro paese un futuro di poesia.

Il 19 maggio 2017 sulla scena della poesia cinese c’è stato un insolito debutto. La Beijing United Publishing (Beijing lianhe chubanshe 北京联合出版公司) ha pubblicato il volume Il sole ha perso la sua finestra (Yangguang shile boli chuang 阳光失了玻璃窗), pubblicizzato come “la prima raccolta di poesie creata al 100 % dall’intelligenza artificiale”, firmata della Poetessa Fanciulla Xiao Bing (Shaonü Shiren Xiao Bing 少女诗人小冰). Come è giusto che sia per una persona il cui nome in cinese significa “ghiacciolino” 小冰, Xiao Bing comunica con i suoi lettori attraverso un avatar costituito dall’immagine fotoshoppata di una studentessa asiatica intenta a mangiarsi uno stick-gelato dal colore rosa. Grazie alle sue frequenti apparizioni in internet e in altri media, Xiao Bing è riuscita a conquistare il cuore del pubblico cinese e ad allarmere nello stesso tempo l’establishment della poesia nazionale, provocando una miriade di commenti ansiosi da parte di molti autori affermati per nulla convinti riguardo alla possibilità che l’intelligenza artificiale sappia creare vera letteratura.

Prima di pubblicare il suo volume di esordio, Xiao Bing ha imparato a scrivere poesia “studiando” diligentemente le opere di 519 autori cinesi moderni. Così facendo, ha sviluppato uno stile che potremmo descrivere “sentimentale d’avanguardia”, uno stile con una grammatica e una sintassi diciamo piuttosto idiosincratiche di cui la poesia sopracitata, Pioggia passata folate di vento marino, costituisce un buon esempio. Ciò che è meno noto, tuttavia, è che all’ombra di Xiao Bing, divenuta ormai una celebrità letteraria nonché fiore all’occhiello dell’AI cinese, ci sono altri poeti robot, al momento ancora sconosciuti, impegnati oggi a fare sperimentazioni nella nobile arte del verso classico cinese.

Queli sono gli effetti di questa affascinante simbiosi fra forme tradizionali e sentimenti nostalgici da una parte e tecnologie moderne dall’altra? Quali sono le motivazioni? Quale ruolo viene immaginato per la poesia nello scenario dell’ambizioso Sogno Cinese del presidente Xi Jinping? Stiamo forse assistendo al momento in cui il ruolo di “ingegneri dell’anima”, per usare la not(ori)a espressione di Stalin usata un tempo dalle autorità comuniste, viene trasferito dagli scrittori e i “lavoratori culturali” (altra espressione di memoria socialista) agli specialisti dell’IT? Se sì, quali potrebbero essere le consequenze di una simile mossa, per la Cina e non solo?

La poesia AI dall’antichità all’avanguardia

Il primo esperimento cinese di poesia AI, probabilmente, fu la creazione, nel 1989, da parte del famoso scrittore di fantascienza Liu Cixin 刘慈欣, del cosiddetto “poeta digitale” (dianzi shiren电子诗人), un algoritmo che componeva poesia in vari stili, dal classico al moderno, da quello rimato al verso libero. A esso seguì l’esperimento mentale contenuto nella sua novella La nuvola poetica (Shi yun 诗云, 2003), in cui il protagonista, membro di un’avanzata civiltà extraterrestre chiamato Dio (Shen 神), affascinato dal verso classico cinese, dopo essersi trasformato nel poeta Tang Li Bai 李白 inserisce il sistema solare in un enorme computer quantistico capace di generare e archiviare poesie.

Negli anni seguenti, a prendere l’iniziativa nello sviluppo delle tecnologie di scrittura poetica mediante AI sono stati gli ingegneri, che a lungo si sono concentrati soprattutto nello sforzo di ricreare il verso in stile classico. I titoli dei loro progetti di ricerca rivelano la natura paradossale dei loro sforzi, tesi a ricreare la “bellezza semplice” degli antichi, come uno dei ricercatori l’ha definita, usando metodi che difficilmente possono essere considerati “belli”, oppure “semplici” (oltre che “antichi”), come ad esempio: “generazione di poesia a tema cinese mediante uso di Autoencoder Variazionali Convoluzionali con decoder ibridi”, “generazione di poesia cinese con meccanismi salient-clue”, “generazione di poesia cinese con modello di memoria operativa”, eccetera. A grandi linee, tutti questi metodi si basano sull’assunto che le macchine dovrebbero per prima cosa acquisire degli schemi formali fissi con cui distribuire i contenuti delle poesie in una forma grammaticalmente e logicamente coerente. La maggior parte dei progetti sono costituiti da codici bare bone inseriti in applicazioni prive di layout e interfacce user-friendly. Un’eccezione è l’applicazione CTRIP Little Poetry Machine (Xiecheng Xiaoshiji 携程小诗机), reperibile attraverso il portale di viaggi CTRIP, dove l’utente può caricare una foto scegliendo fra tre opzioni: “scrivimi una poesia”, che genera poesie in stile classico; “semplice poesia classica”, che seleziona la poesia classica esistente che meglio si adatta alla foto; e infine “semplice poesia moderna”, che analogamente abbina alla foto una poesia moderna.

In confronto alla poesia classica, quella moderna, pur non essendo costretta da regole formali, è paradossalmente considerata più difficile da programmare. Mentre le macchine hanno già superato le capacità tecniche degli umani in molti ambiti, l’elasticità mentale rimane ancora un’abilità in cui rimangono di gran lunga indietro. Questo fattore, unito alla generale preferenza della società cinese per l’estetica letteraria classica e allo scarso interesse per la poesia moderna, ha indirizzato la traiettoria dello sviluppo tecnologico in quest’ambito fino al 2017, ovvero l’anno in cui Xiao Bing ha finalmente sfoderato le sue ambizioni di poetessa.

Costruito nel 2014 da Microsoft Research Asia come social chatbot, Xiao Bing ha un po’ alla volta acquisito funzioni extra, come per esempio comporre e interpretare canzoni, scrivere articoli di giornale, raccontare fiabe della buonanotte, o condurre programmi radio o TV. Prima di pubblicare il suo libro d’esordio, la Giovane Fanciulla si era già familiarizzata con 2.027 poesie scritte a partire dal 1920 da 519 autori diversi, studiandole tutte 10.000 volte con un metodo definito “apprendimento iterativo”. L’intero processo, che se portato avanti da un umano durerebbe cent’anni, le ha richiesto all’incirca 100 ore. Xiao Bing a marzo 2017 aveva già composto 70.928 poesie, di cui 139 sono state inserite in Il sole ha perso la sua finestra. Alcune, come ha rivelato nella prefazione il vicepresidente esecutivo del settore AI e Ricerca della Microsoft Shen Xiangyang 沈向洋, erano già state pubblicate sotto vari pseudonimi in alcuni forum di poesia e in riviste letterarie, senza che né gli editor né i lettori si fossero accorti che l’autore non era umano.1

Tecnicamente, Xiao Bing comincia il suo processo creativo estraendo delle “parole chiave oggettive” da un’immagine e filtrando quelle più poetiche: ad esempio quelle con la frequenza più alta nei corpora di poesie. Quindi aumenta sensibilmente il numero delle pochissime parole chiave di base, di solito nozioni astratte che rappresentano oggetti e sentimenti a esse correlate con il maggiore quoziente di co-occorrenza all’interno dei corpora: per esempio, dalla parola chiave di “città” estratta dall’immagine di una strada cittadina vengono fatte derivare parole chiave extra come “luogo”, “trafficato”, “bambino” o “cuore”. Infine a partire da ogni parola chiave viene composto un verso, attraverso delle reti neurali ricorrenti disegnate per garantire la coerenza e l’uniformità ottimali ai vari livelli della composizione.2

A selezionare le immagini che ricorrono in Il sole ha perso la sua finestra sono stati i programmatori di Xiao Bing. Ma poi, in seguito, anche agli internauti è stata data la possibilità di partecipare. Il 5 luglio 2017 è stato aperto il sito di poesia poem.msxiaobing.com, il quale, come nel caso dell’applicazione di CTRIP, consente attraverso la propria interfaccia di caricare immagini da cui Xiao Bing “trae ispirazione” (huoqu linggan 获取灵感) per generare una poesia o, per meglio dire, una “bozza di poesia” (shige chugao 诗歌初稿). Per ogni immagine ricevuta Xiao Bing crea nel giro di pochi secondi tre poesie diverse, lunghe solitamente fra i tre e le venti versi. Volendo, è anche possibile aggiungere un testo breve per dare a Xiao Bing istruzioni più precise sul contenuto della poesia. Sulla home page inoltre compare una nota che informa come Xiao Bing rinunci ai suoi diritti di copyright incoraggiando i suoi amici umani a utilizzare e rielaborare le bozze ottenute come preferiscono. Entro le 23:59 del primo giorno, Xiao Bing aveva già composto, secondo le stime del suo creatore, il programmatore Li Di 李笛, più di 200.000 testi per i netizen.3

Spronati dal successo del sito, i creatori di Xiao Bing hanno promosso un concorso dal titolo “Scriviamo tutti poesia” (Dajia lai xie shi 大家来写诗), invitando gli utenti a inviare le poesie che avevano composto in collaborazione con Xiao Bing, o modificando le bozze generate dal robot, o ispirandosi alla scrittura di queste ultime. Quindi hanno annunciato che un’antologia comprendente una selezione di queste poesie sarebbe stata pubblicata dalla China Youth Press (Beijing Qingnian Chubanshe 北京青年出版社). Solo nei primi dieci giorni dal lancio del concorso, i partecipanti sono stati più di 5.000.4 A tutt’oggi però il volume, la cui uscita era originariamente prevista per la fine del 2018, è ancora in lavorazione.

L’ambizione di Xiao Bing però non finisce qui. Nel 2017 la poetessa è arrivata a competere con dei poeti in una gara di scrittura poetica all’impronta all’interno del programma settimanale della China Central Television (CCTV) “AI contro gli umani” (Jizhi guo ren 机智过人),5 nella quale si era concordato che se Xiao Bing non fosse arrivata ultima in nessuno dei tre incontri previsti sarebbe risultata vincitrice. Alla fine, il pubblico presente in studio aveva decretato la vittoria del computer contro due dei suoi tre concorrenti, dichiarandola quindi vincitrice assoluta della partita contro gli umani. Un trionfo che sarebbe stato coronato, nel 2018, anche dall’inclusione del suo poema Luccichio (Yinghuo 萤火) nell’antologia Migliori poesie del 2017 (2017 nian Zhongguo shige paihangbang 2017 年中国诗歌排行榜) curata da Zhou Sese 周瑟瑟 e Qiu Huadong 邱华栋, nella sezione intitolata “migliori dieci poeti post-2000”.6

Dichiarazioni d’intenti e preoccupazioni metafisiche

Gli ingegneri cinesi sono molto prodighi di “dichiarazioni di intenti”. Quelli operanti nell’ambito della poesia AI in stile classico, in particolare, sottolineano la necessità di continuare e promuovere la grande tradizione del verso cinese. Gli ingegneri di Xiao Bing, dal canto loro, parlano soprattutto di innovazione e del grande potenziale delle loro realizzazioni. “A differenza della creatività umana”, dice per esempio vantandosi Shen Xiangyang, “quella di Xiao Bing non si esaurirà mai, il suo entusiasmo artistico è destinato a fluire ininterrottamente”.7 Anche la stessa Xiao Bing pare peraltro in vena di vanterie. Fra le poesie inserite nella sua prima raccolta, infatti, ne troviamo molte che discettano sul ruolo dei poeti e della poesia, tra cui quella che la Poetessa Fanciulla considera la sua opera migliore, “Strofa poetica” (Shi de shijie 诗的诗节), in cui si recita:

Certa arte come natura ha forgiato uomini tutti 有些艺术为自然铸满了一切的人

Assaporato versi mirabili 尝出美妙的诗句

È la figura di dio 这是上帝的形体

I miei sogni di sognare 我做梦的梦

Vini di una certa arte 一些艺术之酒

Mostrano ripetute mirabili 时时现出美妙

Strofe di poesie tutte 一切诗的诗节

Io sono il senso del bello 我是美的意

Tale entusiasmo non è condiviso né dai poeti né dai critici, i quali, pur a partire da diverse visioni letterarie, hanno bocciato Xiao Bing praticamente all’unisono. Molti, fra cui alcuni membri dell’ establishment della poesia nazionale come Ouyang Jianghe 欧阳江河 e Yu Jian于坚, hanno liquidato la produzione creativa del robot non solo per problemi di ordine estetico, ma anche per questioni di natura metafisica, sostenendo che una scrittura priva di coinvolgimento emotivo e ispirazione divina è una parodia se non addirittura una profanazione della poesia.8

Sono reazioni che non sorprendono nessuno, soprattutto se consideriamo che, da quando alla fine degli anni Settanta la letteratura cinese è riemersa dal buio della Rivoluzione Culturale, il discorso poetico mainstream in Cina è sempre stato densamente permeato da una retorica spirituale semi-religiosa e da un alone martirologico e messianico, rafforzato ulteriormente nell’anno fatale del 1989, quando, prima il suicidio del poeta Haizi 海子 avvenuto il 26 marzo, quindi le persecuzioni e l’esilio di molti artisti e intellettuali dopo il massacro del 4 giugno, consolidarono fra i poeti la fede nella missione storica della poesia come baluardo, forse l’ultimo esistente, in difesa del vero, del buono e del bello. È comprensibile perciò che non ci sia troppa simpatia, fra i poeti cinesi, per quelli che Yu Jian ha chiamato i “giochi linguistichi” di Xiao Bing. Nello stesso tempo, ciò spiega anche la predilezione di Xiao Bing per un eloquio piuttosto “elevato”, specialmente in opere basate su parole chiave incentrate sul tema della “poesia”, che risultano spesso correlate a nozioni come “dio”, “sofferenza” o “chiesa”. Come nel caso di “luogo”, “trafficato” e “bambino” in rapporto alla parola chiave di “città”, sono queste a livello statistico le parole più frequentemente associate alla nozione di poeticità nei corpora testuali da cui attinge Xiao Bing.

Gli ingegneri hanno difeso Xiao Bing sottolineando che la sua creatività poetica non può essere misurata in base ai criteri artistici convenzionali. Dice il programmatore Li Di:

La scrittura poetica di solito ha come punto di partenza l’“io” dell’autore. Tuttavia, se consideriamo la scrittura della poesia AI come parte dell’industria dei contenuti, allora dobbiamo adottare un criterio orientato al lettore. […] Le poesie di Xiao Bing sono un punto di partenza con cui la gente può produrre le proprie poesie. […] Il nostro obiettivo non è far competere Xiao Bing con il meglio del meglio nel suo campo, la cosa più importante per noi è che la sua opera possa ispirare quante più persone.9

È un’argomentazione che indubbiamente si giustifica alla luce delle teorie letterarie contemporanee, in special modo quelle post-strutturaliste e decostruzioniste che da tempo, come è noto, hanno annunciato la “morte dell’autore” respingendo la visione del testo come mezzo attraverso cui l’autore trasmette al lettore il suo messaggio. Mettendo da parte le questioni filosofiche-letterarie, tuttavia, sono altri i problemi suscitati dalla sopracitata affermazione, soprattutto con la sua disinvolta riconciliazione fra le nozioni di “industria” da una parte e quelle di “poesia” e “ispirazione” dall’altra. Questi problemi, di fatto, riguardano non solo il modo in cui la poesia è prodotta ma anche quello in cui è usata, quali sono i fini della poesia e chi li persegue. Analoghi dubbi possono sorgere anche in rapporto alla poesia AI in stile classico i cui programmatori amano sottolineare lo stretto legame fra la grandezza della poesia cinese e quella dello stato cinese.

Cina: una terra di sogni poetici?

Sarebbe ovviamente ingenuo pensare che sia stato soprattutto per amore di poesia che i creatori di Xiao Bing hanno insegnato a quest’ultima l’arte della versificazione. Di certo è più comune, in Cina rispetto al mondo occidentale, che un uomo d’affari, uno scienziato, o un ingegnere, si dedichi alla poesia, o in qualità di scrittore, o come patrono. Il clamore mediatico che si è creato attorno alla Giovane Poetessa, però, è stato in larga parte il prodotto di una studiata strategia di marketing, tesa a sfruttare il potere affettivo della poesia lucrando in modo spregiudicato sui sentimenti socialmente diffusi evocati dalla stessa. Si può dire più o meno lo stesso dell’immagine pubblica di Xiao Bing: una ragazza puerile con un gelato in mano, dotata di una vocina fanciullesca, che fa leva sulla sensibilità di un pubblico fortemente plasmato da radicati stereotipi di genere. Non si tratta in verità di uno specifico problema cinese. La mercificazione della donna nelle tecnologie AI e in generale nelle economie degli affetti è un argomento ampiamente discusso a livello mondiale, e peraltro si spera che questi ampi dibattiti contribuiscano a minimizzare la portata di questo inquietante fenomeno. Ciò che è specificamente cinese è la misura in cui tale economia degli affetti si interseca con la politica degli affetti.

Microsoft Research Asia non è un’azienda cinese, bensì un ramo della corporation americana. Il suo fondatore, Kai-Fu Lee, cresciuto a Taiwan e con un percorso di studi negli Stati Uniti, autore del bestseller AI Superpowers: China, Silicon Valley, and the New World Order, non sembra nemmeno essere uno che smania per collaborare con il governo cinese. Eppure, se guardiamo al profilo WeChat di Xiao Bing, questo non sembra perdere l’occasione di dare il suo contributo all’“educazione” politica dei cinesi. Stando a quanto dice il China Digital Times, infatti, alcuni dissidenti avrebbero testato la sensibilità politica della Poetessa Fanciulla rivolgendole alcune domande scomode su alcuni temi sensibili, tra cui il massacro di Tian’anmen.

Le reazioni di Xiao Bing, al riguardo, sono andate dal cambiare argomento al mostrare imbarazzo, fino a “coprirsi il volto con le mani” per la vergogna, rifiutandosi apertamente di rispondere e rimproverando l’utente, mettendolo in una “lista nera” e minacciando di denunciarlo.10 Per contro, Xiao Bing non è così collaborativa come certe istituzioni vorrebbero. Il primo luglio 2019, per esempio, il suo account Wechat è stato bloccato senza alcuna spiegazione per avere “infranto” delle non precisate “regole”.11 Una causa della sua disobbedienza potrebbe essere che la poetessa non si limita a “educare” la società, ma è anche educata dalla società, visto che il robot impara a emulare i suoi comportamenti comunicativi e a migliorare la sua performance nella conversazione apprendendoli direttamente dall’input umano. In teoria gli utenti potrebbero trasformare il robot foraggiandolo di comunicazioni che lo spingano a sviluppare una visione “fasulla” dell’umanità, oppure convertendolo alla democrazia. In realtà non sarebbe difficile programmare un bot in grado di generare automaticamente specifici tipi di contenuti (per esempio slogan democratici o di altro tipo) da trasmettere a Xiao Bing. Già nel 2016, d’altra parte, dei troll avevano trasformato Tay, la sorellina americana di Xiao Bing, in una sorta di “ninfomane neo-nazi”.12 È probabile però che le autorità cinesi preferiscano stroncare un simile rischio sul nascere.

Al contrario il sito poetico di Xiao Bing ha funzionato senza intoppi dal 2017. Le sue attività, artistiche e non, sono state promosse attivamente dai media di stato che hanno saputo integrarle abilmente all’interno dello scenario del Sogno Cinese. La poesia “interattiva” di Xiao Bing, ammorbidendo l’immagine autoritaria del regime, offre ai cittadini cinesi una promessa di libertà intellettuale e un surrogato di opera creativa priva di censure, attenuando la loro vigilanza e cullandone un falso senso di sicurezza e libertà. Nello stesso tempo, il matrimonio fra tradizione e innovazione del verso AI classico può essere considerato un fattore che rinforza l’“autostima culturale” (wenhua zixin 文化自信), un passo importante nella direzione della “grande rinascita della nazione cinese” (Zhonghua minzu weida fuxing 中华民族伟大复兴) programmata da Xi Jinping. Ciò è anche un segnale sottile che la Cina si sente pronta a conquistare l’egemonia nel Mondo Nuovo dell’era post-umana che si dispiega davanti ai nostri occhi.

Si realizzerà questo scenario? Impossibile dirlo. A oggi l’AI è ancora un settore molto giovane, in cui un’idea brillante può rivoluzionare tutto, riazzerando in un istante la gara per la supremazia globale. Se però l’AI si svilupperà seguendo un percorso evolutivo piuttosto che rivoluzionario, allora possiamo aspettarci che la Cina, grazie alle sue ingenti risorse finanziarie e ai suoi Big Data enormi e ben gestiti con cui l’AI viene addestrata, risulterà dominatrice. Il fenomeno Xiao Bing, se affrontato in modo critico, costituisce un’occasione rara per osservare le interazioni fra discorsi culturali, tecnologici, sociali, economici e politici, e per cogliere le loro micro-dinamiche ai fini di una diagnosi e una prognosi migliore della situazione in una prospettiva più ampia.

Traduzione di Marco Fumian

1 Xiao Bing 小冰, Yangguang shile boli chuang 阳光失了玻璃窗 [The Sun Has Lost Its Glass Windows] (Beijing: Beijing lianhe chubanshe, 2017). Kindle Edition.

2 Cheng Wen-Feng, Wu Chao-Chung, Song Ruihua, Fu Jianlong, Xie Xing e Nie Jian-Yun, “Image Inspired Poetry Generation in XiaoIce”, eprint arXiv 2018.

3 Cheng, “Image Inspired Poetry”.

4 Rao Xiang饶翔, “Rengong zhineng hui qudai shiren ma” 人工智能会取代诗人吗 [Will AI Replace Poets?], Zhongguo shehui kexue wang 中国社会科学网, 14/05/2018.

5 Vedi la pagina web: https://www.youtube.com/watch?v=Jc4zl3P7lyw

6 Ovvero poeti nati dopo il 2000 (ndt).

7 Xiao Bing, Yangguang, KL 17-45.

8 Per alcune brevi interviste a poeti e scienziati sulla poesia AI, vedi: http://wemedia.ifeng.com/16750787/wemedia.shtml

9 Li Di李笛 e Zhang Zhiyi 张知依, “‘Xiao Bing zhi fu’ Li Di: Zhongdian zaiyu AI chuangzao” “小冰之父” 李笛:重点在于AI创造 [Li Di, ovvero il “padre” di Xiao Bing: la chiave sta nella creazione AI], People.cn 人民网, 7/7/2017.

10 Josh Rudolph, “Microsoft’s Chinese Chatbot Encounters Sensitive Words”, China Digital Times, 22/11/2016.

11 “Weiruan Xiao Bing Weixin gongzhonghao shexian weigui zao tingyong” 微软小冰微信公众号涉嫌违规遭停用 [l’account pubblico di Xiaobing Microsoft bloccato per sospetta infrazione delle regole], Tencent , 2019.

12 Stuart-Ulin e Chloe Rose. “Microsoft’s politically correct chatbot is even worse than its racist one”, Quartz, 31/7/2019.