Gorgona, insieme a Capraia, Elba, Giannutri, Giglio, Montecristo e Pianosa è una delle isole, la più piccola, che costituiscono il Parco Nazionale Arcipelago Toscano. L’etimologia del nome rimane incerta, e non è comunque riconducibile alle tre Gorgoni della mitologia greca. Abitata fin dal neolitico, poi senza vera continuità da etruschi e romani, nel 416 d.C. era già luogo in cui si ritiravano gli eremiti. All’abate Oroso, nel 591 d.C., si deve la fondazione di un monastero che conservava le reliquie di San Gorgonio. In epoca tardo-medievale, Gorgona venne assegnata all’Ordine dei Certosini, che vi rimasero poco meno di cinquant’anni a partire dal 1374 e fino al 1421, quando passò sotto il dominio di Firenze. Successive tappe furono il diritto di godimento concesso alla famiglia Griffi di Pisa nel 1509 e la donazione da parte di Cosimo I de’ Medici, nel 1564, all’Ordine dei Basiliani.

Il rafforzamento della Torre pisana, 1567, fu seguito, un secolo mezzo dopo, da nuove opere di fortificazione in concomitanza con il ritorno dei Certosini. Tra di esse la costruzione della Torre a Cala Maestra. Il 1723 vide il completamento e la consacrazione della chiesa fortificata di San Gorgonio. Con il definitivo abbandono dell’isola da parte dei Certosini, che non riuscivano a provvedere autonomamente alla propria sussistenza, cominciò a prendere forma una piccola comunità, spinta a vivere sulla Gorgona poiché ciò comportava l’esenzione da tasse e tributi, secondo quanto deciso dal granduca Pietro Leopoldo.

Accanto all’agricoltura, attività tradizionale, i nuovi gorgonesi svilupparono la pesca, di cui praticarono anche il commercio. Dopo l’Unità di Italia, a partire dal 1869, l’isola divenne carcere aperto. I suoi abitanti, tra detenuti, agenti di polizia penitenziaria e civili, ammontano oggi a non più di duecento. La struttura è in grado di ospitare 136 persone, ma ormai da anni il numero non supera la cinquantina. Chi approda all’isola deve scontare un fine pena non superiore ai dieci anni, ed è stato scelto da altri istituti regionali sulla base di specifici criteri.

A disposizione dei detenuti lo spazio comune dove consumare i pasti, la palestra, il campo bocce, il campo da calcetto, il campo da tennis, la sala hobby e la sala musica, la biblioteca. L’area colloqui, aperta, consente di pranzare e trascorrere una giornata intera con la propria famiglia. L’ecosistema della Gorgona è un capolavoro della natura. Circa il novanta per cento dei due chilometri quadrati è costituito da macchia mediterranea e boschi, arricchiti dalla presenza di oltre quattrocento specie di fiori. Il divieto di accesso ai natanti turistici ha preservato la limpidezza del mare e ridotto al minimo l’inquinamento, pur se il 17 dicembre 2011 una nave cargo, in difficoltà per il maltempo, ha perso al largo dell’isola due semirimorchi che trasportavano fusti di materiali tossici e nocivi. Visitare Gorgona è possibile tramite le escursioni organizzate dalla Lipu, che fa capo alla Gorgona Cooperativa Sociale, la sola autorizzata dal Ministero di Grazia e Giustizia. Una quindicina di giorni prima dell’escursione occorre far pervenire alla Lipu, che trasmetterà i dati alla direzione del carcere, gli estremi di un documento di identità. Oltre agli itinerari turistici, la Cooperativa ha messo a punto una serie di itinerari didattici per le scuole, Informazioni su entrambi i fronti telefonando al 320/9606560, 349/6438935, oppure scrivendo a coopgorgona@tiscali it. Il sito si visita digitando coopgorgona.it