La Fiom vuole riaprire la partita. Il ccsl, il contratto separato che vige in Fca – figlio della stagione del modello Pomigliano, del referendum a Mirafiori e dell’uscita da Confindustria – scadrà a fine anno. Le tute blu della Cgil, estromesse al tempo, riuscirono a riavere una rappresentanza in fabbrica solo grazie a una sentenza della Cassazione nel 2013.

Ora, c’è la possibilità di «aprire una nuova epoca delle relazioni industriali nel gruppo Fca, un’epoca che rimetta al centro il lavoro e i lavoratori, le loro condizioni materiali, l’occupazione e il salario», spiegano Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom, ed Edi Lazzi, responsabile per la Fiom-Cgil torinese della Maserati di Grugliasco, dove ieri si è svolta una delle prime assemblee nel gruppo. Obiettivi sono un tavolo negoziale finalmente unitario e l’affermazione del diritto dei lavoratori a decidere sul proprio contratto.

Le lavoratrici e i lavoratori saranno chiamati nelle prossime settimane a esprimere un voto sulla piattaforma Fiom che, solo se sarà positivo, verrà presentata alla dirigenza Fca. Le proposte sono il frutto delle indicazioni raccolte tra oltre 10 mila questionari compilati da altrettanti operai.

Anche in Magneti Marelli, sia a Bologna che a Crevalcore, si sono svolte le assemblee. Era presente Michele De Palma, responsabile del settore Auto e membro della segreteria nazionale, che sottolinea gli elementi salienti della piattaforma: «Prima di tutto un punto di metodo, la validazione di un accordo deve essere sancita dal voto dei lavoratori. E, poi, varie questioni di merito. Attualmente un lavoratore Fca percepisce un salario inferiore a un metalmeccanico con contratto ccnl. Il contratto nazionale prevede condizioni di miglior favore anche in materia di fondo Cometa e di sanità integrativa. È necessario riequilibrare la situazione. E deve essere ripristinato un ruolo negoziale per i delegati».

L’assemblea di Grugliasco, dove nello stabilimento sono da poco arrivati mille lavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori (la maggior parte lavorava sulla MiTo uscita di produzione), è stata partecipata: «C’è la consapevolezza – dice Bellono – che il momento è delicato e tanta è l’incertezza. Dopo l’estate chiederemo all’azienda un incontro unitario». Le reazioni dei nuovi vertici e delle altre organizzazioni sindacali non sono scontate.