Come la minigonna, i Beatles e Woodstock il beehive è stato un segno distintivo degli anni Sessanta e della loro rivoluzione culturale e di costumi: quelli della lotta per i diritti civili ma anche della Swinging London e dei gruppi afro nella Detroit della Motown.
In italiano è il nido d’ape, la pettinatura lanciata nel febbraio del 1960 sulla rivista Modern Beauty Shop che rompeva con la monotonia delle acconciature degli anni Cinquanta. A inventarla è stata un’estetista e parrucchiera di Chicago: Margaret Vinci Heldt, morta venerdì scorso all’età di novantotto anni nella sua casa di Elmhurst in Illinois a causa di un attacco di cuore, come ha comunicato la figlia Carlene Ziegler.

Heldt, nata nel 1918 Michela Theresa Vinci da genitori italiani immigrati negli Stati Uniti, era una celebrità fashion già prima di inventare il beehive, per aver vinto nel 1954 il premio come miglior parrucchiera dell’anno. Il suo nido d’ape rispondeva alla richiesta degli editori di Modern Beauty Shop, su cui da tempo pubblicava le sue creazioni, che la contattarono in cerca del «nuovo look del decennio».

È così che Heldt immaginò una pettinatura che riprendeva la forma di un cappellino nero simile a un fez da lei molto amato, creando un’alta massa di capelli tenuti al loro posto dallo spray. Uno stile immediatamente adottato e reso famoso dal trio newyorchese delle Ronettes, da Aretha Franklin e Dusty Springfield. Ma anche da dive del cinema come Brigitte Bardot e Audrey Hepburn, o anche da uno dei suoi personaggi più famosi: la Holly Golightly di Colazione da Tiffany.

La decade successiva avrebbe poi lasciato posto al movimento hippy con il suo caratteristico stile e più tardi al punk dei Sex Pistols «vestiti» da Vivianne Westwood.

Ma il beehive non è scomparso: Kate Pierson e Cindy Wilson del gruppo pop- rock B-52’s, ad esempio, l’hanno perennemente sfoggiato sul palco a cavallo di anni Settanta e Ottanta. E negli ultimi anni la fortuna del nido d’ape è di nuovo cresciuta: spopola sui red carpet e tra musiciste come Adele e Jennifer Lopez. Ma più di tutte era la cantante e cantautrice soul e R&B Amy Winehouse ad aver legato indissolubilmente la sua immagine a questo look: d’altro canto era lei stessa erede «artistica» di quegli anni Sessanta in cui il beehive era nato.