Sono state diverse centinaia le persone che hanno passato la notte fuori di casa nei comuni di Casola in Lunigiana e Fivizzano in provincia di Massa-Carrara, a causa del terremoto di ieri. Per loro il sistema di Protezione Civile ha predisposto spazi attrezzati in alcuni edifici scolastici, sicuri dal punto di vista antisismico, e delle piccole «tendopoli» in alcune frazioni dei comuni lunigianesi. La scelta di allestire dei punti di accoglienza è stata motivata non solo dalla necessità di proseguire nei rilievi sugli edifici, che in serata erano ancora in corso, ma anche e forse soprattutto per andare incontro al sentimento di grande paura che hanno vissuto le popolazioni dei due comuni in provincia di Massa-Carrara per tutta la giornata. Quello di ieri in Lunigiana, infatti, è stato davvero un «terremoto infinito».

La scossa delle 12.33, la più intensa, di magnitudo 5.2 con epicentro tra le province di Massa-Carrara e Lucca, ha dato il via ad un vero e proprio «sciame sismico» che ha fatto registrare, secondo le rilevazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, almeno altre 40 scosse di magnitudo compresa tra 2 e 4. A provocare i maggiori danni e la paura più grande è stato il primo movimento tellurico di magnitudo 5.2 che ha prodotto danni a edifici pubblici e privati. Casola in Lunigiana, Collegnano, Luscignano, Fivizzano e la frazione di Equi Terme le zone più colpite. Scene di grande paura si sono vissute in tutta la Lunigiana ed anche nella zona di costa della provincia apuana, come ad esempio nel comune di Carrara dove le persone si sono riversate in strada e hanno fatto rientro nelle loro abitazioni, in alcuni casi, solamente nel pomeriggio.

Limitati, fortunatamente, i danni alle persone, tutti indiretti e provocati dalla paura: a Fivizzano 5 persone hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche per le ferite provocatesi durante la fuga dalle abitazioni, stessa sorte per 3 persone nel comune di Massa e per una persona nel comune di Fosdinovo. Sempre a Fosdinovo una donna è stata colpita da infarto e trasportata dal servizio di elisoccorso Pegaso nell’ospedale sulla costa apuana. Tra le altre conseguenze del terremoto la sospensione per la prima parte del pomeriggio delle linee ferroviarie Lucca – Aulla, la cosiddetta Garfagnana, e Pontremolese, riattivate intorno alle 16 dopo le verifiche di Ferrovie dello Stato e la sospensione delle attività didattiche e delle prove di esame nelle scuole a scopo cautelativo in diversi comuni oltre a quelli della Lunigiana tra cui Carrara, Massa, Camaiore e Pietrasanta.

A Carrara da segnalare anche una curiosità relativa all’annosa vicenda del palazzo Politeama, storica sede della Federazione Anarchica Italiana nel dopoguerra e in passato importante teatro lirico cittadino, palazzo chiuso a causa di alcuni crolli dal marzo 2011. Il primo cittadino carrarese Angelo Zubbani ha ordinato il sopralluogo ai proprietari per verificare se siano prodotti ulteriori danni alla struttura, dopo che pochi giorni fa aveva emesso un’ordinanza in cui intimava agli stessi di presentare un piano di messa in sicurezza dello stabile, che la città attende da tempo. Nelle zone circostanti alla provincia apuana da segnalare lievi danni a La Spezia, dove in un call center sono crollate delle controsoffittature, senza conseguenze per le persone e crolli di calcinacci e tegoli nel comune di Castelnuovo Ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia, sul versante appenninico opposto a quello Fivizzanese. Oggi sarà in Lunigiana per verificare la situazione il capo del Dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli che ha dichiarato ieri di essere stato costantemente in contatto con le strutture di protezione civile delle Regioni Toscana, Emilia-Romagna e Liguria “che si sono attivate prontamente per dare il necessario supporto alle popolazioni”.

La riunione servirà per fare il punto della situazione prima di tutto con i sindaci e gli amministratori locali e forse anche per far passare la paura ad un territorio a rischio sismico che ha nella sua storia un terremoto catastrofico, quello del 1920, che distrusse in larga parte Fivizzano e che ieri ha vissuto una lunghissima giornata di paura.