Non c’è niente da fare, in Italia quando si parla di inserire l’educazione sessuale nelle scuole, tutto finisce a remengo. Più di uno ha proposto una legge e l’elenco è ben documentato nell’inchiesta esaustiva di Angelo Romano e Andrea Zitelli pubblicata su Valigiablu.it.
A leggere l’analisi e le conclusioni del rapporto «Sexual Education in Europe», una cosa colpisce immediatamente. Nei Paesi più restii a inserire l’educazione sessuale in un piano educativo c’è sempre stata la forte opposizione della chiesa cattolica, e noi ne sappiamo qualcosa. Tuttavia c’è chi, come la Polonia, è riuscito a fare peggio di noi andando addirittura indietro anzichè avanti.

La Polonia nel 1956 fu uno dei primi paesi a legalizzare l’aborto. Dieci anni dopo, nel ’66, si cominciò a inserire l’educazione sessuale nelle scuole. Poi negli anni Settanta si mise sopra a questa disciplina il cappello ideologico chiamandola Preparazione per la vita nella famiglia socialista che divenne più tardi Educazione alla famiglia. Era iniziata la marcia a ritroso che avrebbe portato nel ’93, dopo la firma del Concordato che dichiarava Stato e Chiesa inseparabili, ad abolire il diritto all’aborto ed eliminare l’educazione sessuale nelle scuole.

Qualche associazione ha provato a resistere organizzando corsi gestiti da volontari, ma il risultato è sconsolante. Le lezioni, spesso separate fra maschi e femmine, sono affidate a insegnanti impreparati. Ci sono preti, biologi, insegnanti di musica o sport, bibliotecari che invece di dare informazioni obiettive esprimono opinioni personali legate alle tradizioni o al credo religioso.

In Italia abbiamo risolto la questione non parlandone affatto, così ognuno va a imparare la cosa dove, come e con chi gli pare. Tutte quelle domande su come siamo di sotto e come funzioniamo, come si fa a infilarsi nella pancia della mamma e poi a uscirne, tutto ciò che sconvolge nell’età puberale, le prime pulsioni, il bombardamento ormonale, le tempeste emotive a esso collegate, il fatto che esistono delle precauzioni perché purtroppo ci sono anche delle malattie sessualmente trasmissibili, la contraccezione, tutta questa mole di dubbi li lasciamo risolvere con il fai da te, il caso, i consigli degli amici, le domande ai genitori, a internet, ai social media. E ai film porno.

Pare che per imparare come si fa, molti ragazzi si documentino guardando cose tipo 007 e i servizietti segreti, 4 matrimoni e un foro anale, Banana meccanica, Arsenio Scopen, Chiavaci ancora Ben, Cielo duro, Eiaculazione da Tiffany, Suor Teresa la monaca a sorpresa, Vaselina connection, Zinna bianca, Via col ventre. Potrei andare avanti per due o tre puntate.

Se si è risolti, di tutto ciò si può ridere. Ma se hai 12 o 13 anni, non conosci le furbizie del cinema che, per esempio, per far sembrare gli attributi ancora più giganti li filma da sotto e da vicino, non sai che le pornostar sono pagate per fingere e credi che quella roba lì sia normale per tutte le coppie del mondo, compresi tuo padre e tua madre, un po’ in crisi di identità e prestazione ci vai. Magari non osi provare perché non ti reputi all’altezza, oppure ci provi e di fronte ai risultati ti senti un cretino. Non so se sia meglio apprendere certe nozioni da un prete, come avviene in Polonia, o dai film porno. Sospetto che anche nel paese di origine di papa Wojtyla ci sia un fiorente consumo di film XXX e questo decreta il fallimento del loro piano moralizzatore. Quel che è certo, è che quando tratti come sporchi e innominabili certi eventi naturali della vita, la gente si può fare un sacco di idee sbagliate, e non sempre felici.

mariangela.mianiti@gmail.com