I numeri hanno un certo fascino. E dicono che oggi sono soltanto tre le elette alla Regione Liguria su 18 consiglieri. Faremo meglio in questa tornata elettorale settembrina? Candidate ce ne sono parecchie, anche perché la Liguria è stata «costretta» dallo Stato ad adeguare la propria legge elettorale all’equilibrio della rappresentanza nei consigli regionali: insieme alla Puglia non aveva ancora adottato la legge nazionale del 2016. Dunque molte sono state candidate. Che vengano elette non è affatto detto, anche perché l’attuale giunta Toti è data per stra-vincente e, tra le altre cose, non pare particolarmente attenta alle donne (stanno tagliando spietatamente i consultori familiari, per dirne una).

Siamo l’unica regione in cui si è creata una coalizione giallorossa che ha designato un candidato comune, Ferruccio Sansa, giornalista del Fatto quotidiano che nella sua carriera non ha risparmiato le proprie critiche né al partito del cemento (titolo di un suo libro che si riferisce alle passate giunte di centro sinistra) né a Grillo in persona. Era sembrato per un attimo, parecchio tempo fa, che il Pd schierasse finalmente una donna contro Toti. Ma non è successo.

Comunque credo che la Liguria sia anche l’unica regione in cui le candidate dello schieramento di sinistra – per darsi una mano – abbiano deciso di incontrarsi tutte, ma proprio tutte, in centro città, invitando donne di associazioni le più diverse per «creare una rete di rapporti e competenze, trasversale ai partiti e ai movimenti». Lo scopo è sempre quello a cui lavorano molte donne da tempo: innovare la politica e migliorare la partecipazione femminile e maschile.

Lo spiega Cinzia Pennati, candidata della Lista Sansa, maestra in centro storico, blogger molto seguita, femminista, convinta davvero che non avere rappresentanti in politica non sia un problema delle donne ma della democrazia. E convinta che l’inclusione sia un punto centrale della politica. Ad appoggiarla nell’organizzazione di questo incontro la rivista femminista Leggendaria e, qui in Liguria, Domenico Megu Chionetti della Comunità di san Benedetto, quella di don Gallo: è stato lui, tanti mesi fa con un post, a tirare fuori il nome di Ferruccio Sansa come candidato della sinistra; ed è stato l’ex ministro dem spezzino Andrea Orlando ad ascoltarlo.

Ne sono seguite resistenze degne di miglior causa da parte sia Pd che 5 Stelle e soltanto 45 giorni prima delle elezioni Sansa è stato consacrato candidato unico del centro sinistra. Si è chiamata fuori proprio una donna, una ex leader grillina, Alice Salvatore, che si presenta con una propria lista. E Italia Viva, la cui leader è una donna.

Alla fine, a pochi giorni dalle elezioni, malgrado il poco tempo e le risorse economiche scarsissime, candidate e non candidate di diverse generazioni e pratiche politiche si sono incontrate per scambiarsi idee su donne, potere e lavoro. L’iniziativa è stata un gran successo: oltre cento persone, 5 maschi in tutto, di cui 4 candidati della Lista Sansa che non ha gradito completamente il separatismo. Ma anche questa non è una novità.

Ovviamente oggi il punto è sostenere le candidate («votateci ora che c’è la doppia preferenza!»), fare loro proposte, domande, costruire una scuola di politica per presentarsi alle comunali con una candidata sindaca. Che lavori per tutte e tutti. Sul rinnovamento della scuola ai tempi del Covid19, sull’inclusione del mondo Lgbqit+, sulla manutenzione del territorio, sul riconoscimento del lavoro di cura. Sembra un po’ sempre la stessa storia, ma non è così. Ci sono voci davvero diverse, generazioni, storie personali diverse. E la consapevolezza di essere forti, vitali, capaci di cambiare il mondo. Niente vittimismo, molto orgoglio.

Anche tra le candidate troviamo l’ex sindaca grillina di un piccolo comune del genovesato, un’attrice, parecchie avvocate, una consulente finanziaria («dobbiamo imparare a procuraci molte più risorse economiche»), una giovane storica che ha fatto l’Erasmus in Finlandia e il volontariato nelle Filippine e che si batterà per un’Europa più forte, una insegnante che mette al centro della pratica politica l’ascolto. Speriamo che ne eleggano parecchie. Se lo meritano.