“Chi si oppone finisce come Mimmo Lucano”, aveva previsto don Massimo Biancalani. Parole profetiche: un plotone di agenti di polizia, carabinieri, vigili urbani, finanzieri, pompieri e tecnici Asl si è presentato sabato sera a Vicofaro, mentre i volontari del centro di accoglienza, i sostenitori del progetto e i migranti accolti nella parrocchia pistoiese stavano cenando. Con cibi e bevande portati da fuori, visto che la “Pizzeria del rifugiato”, che tanto successo aveva avuto, è ancora chiusa a causa dei lavori di ristrutturazione chiesti dalle autorità.
A distanza di 48 ore, l’eco del blitz delle forze dell’ordine, che non hanno riscontrato alcunché di irregolare, è ancora avvertibile. Il governo dovrà rispondere a due interrogazioni parlamentari – Susanna Cenni del Pd e Francesco Laforgia di Leu – che si uniscono alle prese di posizione critiche verso l’intervento delle forze dell’ordine. Politiche, da Sì Toscana a sinistra, Si, Possibile, Rifondazione e dal dem pistoiese Vannino Chiti, e sindacali, dalla Cgil e dall’Usb.
“Mi sono impressionato – ricorda don Biancalani – perché quando li ho visti arrivare ho pensato ‘adesso ci arrestano”. Mi sono chiesto che cosa avessimo fatto di male, dato che, anche a seguito delle prescrizioni del Comune, per i locali non a norma abbiamo iniziato gli interventi. Poi mi è stato spiegato che è stato per la petizione dei 190 cittadini di Vicofaro a cui forse diamo fastidio. Ma con i quali non abbiamo mai avuto un incontro, perché non sappiamo neppure chi sono. Non abbiamo mai visto la petizione”.
Anche Aldo Bartoli, presidente dell’Anpi di Pistoia, vorrebbe vederci chiaro: “Voglio manifestare la nostra contrarietà per un simile intervento, qualora fosse privo di motivazioni contingenti che confermino quanto denunciato dai sedicenti 190 parrocchiani nella petizione inviata al Vescovo, al Sindaco e al Prefetto, petizione di cui non sono conosciuti i firmatari, né il testo”. Dal canto suo il vescovo Tardelli fa sapere di essere “amareggiato” (perché del blitz nulla sapeva…), ma non parla della petizione. Invece osserva: “Invece di trovare una soluzione accettabile, la vicenda è andata sempre più ingigantendosi, complicandosi, esacerbandosi”. Chiedendo allo stesso Biancalani di “abbassare i toni”. Con gran gioia della Lega, e l’amarezza di Biancalani.
I consiglieri regionali Tommaso Fattori e Paolo Sarti sono di diverso avviso: “Nonostante ci ripugni la stessa esistenza del reato di ‘clandestinità’, i controlli a Vicofaro hanno accertato che nella struttura ci sono solo profughi regolari. La Lega e Salvini continuano quindi a mentire, mentre colpiscono l’accoglienza limitando la capacità d’intervento di Cas e Sprar, come dimostrano le recenti misure di coprifuoco e la discrezionalità nelle espulsioni dai centri”.
Intanto la reazione civile al blitz è stata immediata, con grandi cene di sostegno sia a Vicofaro (con Usb e Assemblea antirazzista) che alla Festa dei Popoli nella vicina Tavarnelle. Mentre alla solidarietà della Cgil Toscana e della Camera del Lavoro di Pistoia (pronte a rilevare che “le forze dell’ordine non possono essere distolte così dalla loro quotidiana lotta di contrasto alla criminalità”), si aggiunge quella della Flc Cgil Toscana, che al suo congresso a Montecatini ha invitato anche don Biancalani.