Adesso la parola «sciopero» contro la legge di stabilità, non fa paura neppure a Raffaele Bonanni. ma il leader della Cisl conserva comunque la cautela degli ultimi giorni: ieri in due momenti differenti, a Radio anch’io della Rai e a La telefonata su Canale 5, Bonanni non ha escluso la possibilità di uno sciopero generale (minacciato, invece, con minori remore dai colleghi di Cgil e Uil), ma ha aggiunto di voler «vedere cosa possiamo trarre da un ulteriore confronto»: «Letta ci ha detto che c’è un secondo round in Parlamento e con le parti sociali, vedremo cosa succede», ha spiegato. «Faremo pressione in tutti i modi e, se non ci ascolteranno, qualcosa dovremo fare», ha concluso.

Tutto questo, nonostante si parli appunto di possibili modifiche in Parlamento. E nonostante ieri il ministro della Funzione pubblica Gianpiero D’Alia abbia detto che «si può rivedere la parte relativa agli straordinari» degli statali. Ma evidentemente è troppo poco.

Quello che parla senza peli sulla lingua è Maurizio Landini, leader della Fiom, che per pronunciare la «magica» parola non aspetta il confronto unitario di lunedì, preannunciato da Cgil, Cisl e Uil. «Uno sciopero contro la legge di stabilità penso sia necessario, perché rischia di essere una presa in giro per i lavoratori – ha spiegato il leader dei metalmeccanici – La manovra non affronta nulla dei problemi che pone come difendere il lavoro, le politiche industriali, gli investimenti. Siamo di fronte al nulla e alla presa in giro, perché in realtà il carico fiscale cresce».

Riferendosi poi all’aumento che la manovra prevede sulle buste paga, Landini ha commentato: «Quella è un’elemosina che viene data e che non serve a nulla». Il segretario ha poi ricordato che la Fiom aveva già proposto uno sciopero a Fim e Uilm, a fine settembre a Rimini, e che lunedì ci sarà un nuovo incontro per decidere quale direzione prendere. «Se Fim e Uilm non sono d’accordo valuteremo cosa fare. Noi abbiamo proposto uno sciopero dei metalmeccanici, ma se c’è uno stop generale di Cgil, Cisl e Uil facciamo quello. Ma non mi pare che ancora ci sia. L’importante intanto è partire da noi». Infine, ai colleghi (vedi Cisl) che dicono di voler attendere la discussione in Parlamento, Landini ha replicato che «invece è proprio questo il momento di agire, per cambiare le cose prima che siano decise, e non dopo, a cose già fatte».

Fin qui la Cisl e la Fiom. La Cgil ieri ha parlato per bocca della segretaria Elena Lattuada, che ha spiegato di attendere lunedì per decidere il da farsi, visto che si dovrebbero riunire le segreterie unitarie: «Attendiamo quel giorno per immaginare cosa fare a livello unitario, sapendo che dal momento in cui non ci saranno le condizioni, ovviamente la Cgil dovrà decidere come rispondere. Da una parte con una iniziativa dei lavoratori e dei pensionati, e dall’altra stabilendo come seguire l’iter parlamentare, visto che lo stesso governo continua a dire che sarà determinante». Poi, la segretaria Cgil ha notato che il sindacato non dimentica che comunque lo sciopero ha un costo: «Non c’è dubbio che lo sciopero generale in questo momento significherebbe l’ennesimo sacrificio – ha concluso – Credo che dovremo valutare tutte le opportunità».

Insomma, la Cgil non vuole perdere il filo unitario, anche se pare non escludere di poter andare anche da sola. Non solo la Fiom vuole scioperare, ma si è già detta favorevole la Fp (pubblico impiego), la Silp (polizia, e la Filcams (commercio) con il suo segretario Franco Martini.