Lo chiamano Destinazione Sport, in realtà è un’ammucchiata che esprime l’intreccio tra il potere politico e il Coni, che con la visita di Enrico Letta al Foro Italico, durante l’ultimo consiglio nazionale dell’ente olimpico, ha avuto il sigillo definitivo. Presso l’ente sportivo guidato da Giovanni Malagò, si è insediato un comitato costituito dalla presidenza del consiglio, il ministero della Salute, quello dello Sport, il ministero dell’Istruzione, il Coni, il cui scopo è di “guardare allo sport come risorsa e investimento per il nostro Paese, anche alla luce della eventuale candidatura italiana a ospitare le olimpiadi del 2024… nell’ottica di fare sistema tra soggetti pubblici e privati” si legge nel documento presentato al Foro Italico in occasione della visita di Enrico Letta. Segue un elenco di buoni propositi: costruire gli Stati Uniti d’Europa grazie allo sport, cambiare la cultura sportiva dell’Italia, dar vita al registro e all’anagrafe digitale dello sport italiano, finanziare la cultura del movimento. Come corollario delle buone intenzioni degli “ammucchiati” un lungo elenco di termini in inglese: social impact, brain storming, bonds, best and bad practices, sport terapy, benchmark, working group e un panel di esperti di livello internazionale. Nella frenesia di porre mano alla Costituzione, non poteva mancare l’idea di “proporsi come costituente del nuovo modo di vedere le politiche dello sport nel nostro Paese”. Premettono, i nuovi padri costituenti, che il loro sarà “un modello molto auto-esigente”.

La prima delle quattro macroaree d’intervento è quella dello sport a scuola. Il Coni se ne occupa dal 1968, quando fu proprio il suo presidente Giulio Onesti a proporre i Giochi della Gioventù, su indicazione di Giulio Andreotti, che voleva introdurre nella scuola elementi di distrazione per quei giovani turbolenti troppo dediti alla politica. Il Coni, d’intesa con il Miur, nel corso di circa mezzo secolo ha completamente fallito sul fronte scuola e sport, e oggi si limita a finanziare con 5 milioni di euro, più 2,5 del ministero dell’Istruzione, la sperimentazione di educazione motoria nella scuola elementare che dura da febbraio a maggio, appena tre mesi.

Le risorse economiche stanziate dal Miur per lo sport a scuola per gli studenti delle medie e delle superiori, invece, fino a tre anni fa erano 60 milioni, scesi con il governo Monti a 39 milioni e oggi con Letta e la sua politica dei tagli, sono 19 milioni, una cifra che consentirà agli studenti di praticare lo sport a scuola per un mese e mezzo. Eppure il presidente del consiglio Enrico Letta, intervenuto durante i lavori del consiglio nazionale del Coni ha detto “ Sono qui per favorire un salto di qualità nel rapporto tra il governo e lo sport”. Secondo uno studio effettuato dal Censis, per realizzare un progetto articolato che coinvolga un elevato numero di studenti nella pratica dello sport a scuola occorrerebbero 150 milioni di euro all’anno, ben sette volte la cifra stanziata dal dicastero dell’Istruzione per quest’anno. Uno dei punti principali che impegnerà il forum Destinazione Sport è “la lotta all’obesità infantile, al diabete, alle malattie cardiocircolatorie e a tutte le malattie connesse alla sedentarietà” Ignorano, i padri costituenti dello sport nostrano che tre anni fa un’indagine effettuata dall’istituto di ricerca dell’Ue Erobarometro, sulla pratica dello sport, ci condanna senza appello per essere il terzo Paese dopo grecia e Portogallo, con la popolazione adulta più sedentaria d’europa, e i giovani che praticano sport tra i 15 e i 24 anni sono il 3% contro la media del 19% degli altri Paesi europei. Tra i bambini che siedono nei banchi della scuola primaria, abbiamo il più alto tasso di obesi rispetto ai loro coetanei europei. Con quali risorse intendono avviare progetti, se negli ultimi due anni sono stati sottratti ben 41 milioni alle attività motorie e sportive per i soggetti in giovane età?

Stupisce che nessuno abbia sentito il bisogno di inserire nel forum Destinazione Sport, i rappresentanti dello sport di base, quelli che operano sul territorio da decenni, che portano avanti progetti difficili e con poche risorse umane ed economiche. Sono il punto di riferimento associativo di quel tessuto sociale che più avverte la crisi economica. Tra loro vi sono bravi allenatori e dirigenti sportivi di piccole associazioni, che in questi anni hanno saputo realizzare progetti che includessero i migranti e i loro figli attraverso lo sport, dalle donne musulmane a quei giovani che vogliono giocare a cricket e mantenere viva la tradizione sportiva dei loro Paesi di provenienza, come abbiamo raccontato più volte sulle pagine di Alias, ma nessuno sente il bisogno di consultarli. Annunciano, quelli del forum Destinazione Sport, che vaglieranno I curriculum per nominare gli esperti, noi possiamo fornire un lungo elenco di giovani preparati che operano nelle periferie più difficili, ogni giorno, spesso a costo zero, e che nulla hanno a che fare con “gli esperti di livello intrenazionale” del sottobosco politico, che animeranno il tavolo dello sport insediatosi sotto l’egida del Coni. In attesa che il forum decolli, a noi resta un dubbio: gli esperti dei ministeri della Salute, Sport, Istruzione, giuristi, economisti e medici dello sport saranno coordinati dall’allenatore della nazionale di pallavolo, Mauro Berruto. Che c’azzecca?