Tra chi chiedeva il voto sulla relazione Augello martedì prossimo e chi insisteva per il giovedì, ben 48 ore dopo, non è che ci volesse un titanico sforzo di fantasia per individuare la mediazione possibile. Un salomonico mercoledì, proposto dal presidente della Giunta per le immunità del Senato Dario Stefàno, ha messo d’accordo tutti. Unanimità. La discussione iniziata ieri proseguirà lunedì e martedì, con tutti i componenti della Giunta già iscritti a parlare, poi, mercoledì si dovranno trarre le conclusioni. E’ giorno d’aula, dunque la seduta più attesa inizierà alle 20.30 con voto notturno. Nessunissima suspence sull’esito della votazione: la relazione che propone di convalidare il senatoriale seggio di Silvio Berlusconi verrà respinta.

E poi? Beh, poi dovrebbe esserci la nomina di un nuovo relatore, dopo una decina di giorni il nuovo voto sulla relazione bis, se richiesta la seduta pubblica con l’imputato/condannato a difendere le proprie ragioni con immancabile codazzo d’avvocati. Intorno al 10 ottobre la proposta di far decadere il seantore più famoso d’Italia e forse del mondo sarebbe approvata La parola passerebbe in tempi rapidi all’aula, che non potrebbe che convalidare e rendere operativo il severo verdetto.
Tra la sentenza d’appello di Milano sull’interdizione e il voto al Senato sarebbe dunque un testa a testa. Questione di ore. Il Colle preferirebbe che a dire la parola definitiva fosse la Corte, per depotenziare la minaccia di crisi evitando la defenestrazione del pregiudicato per mano degli alleati di governo. Le colombe pdl concordano entusiaste e considerano un risultato prezioso anche il ritardo di due giorni conquistato in Giunta.
In realtà, però, nessuno può dire cosa succederà dopo il voto di mercoledì. Nella tempesta di voci impazzite che da giorni e giorni imperversano nel Palazzo, adesso è il turno dell’ “ideona”, cioè la mossa a sorpresa che Berlusconi starebbe preparando. Impossibile dire se la voce è fondata, e tanto meno in cosa consisterebbe la succitata “ideona”. Potrebbe passare per un’incursione a Porta a Porta e di certo Bruno Vespa ci spera. Ma per dire cosa? L’ipotesi dimissioni resta in campo, ma con quotazioni in picchiata. Berlusconi pare che non ci pensi per niente, nonostante i consigli filiali ( sui quali, peraltro, non c’è nessuna certezza: anche gli eredi temono di ritrovarsi candidati alla ghigliottina subito dopo papà, e nemmeno loro sono convinti che la resa sia più sicura della guerra).

Molto più probabile la rottura che, in un colombaio mai così depresso, veniva data ieri per ormai inevitabile, con dimissioni dei ministri tra giovedì e venerdì. I lavori della Giunta proseguirebbero comunque ma la tempistica, a fronte di una crisi e del rischio di elezioni anticipate dietro l’angolo inevitabilmente sarebbe un po’ modificata. Ma a quel punto i riflettori sarebbero puntati su un altro scenario, quello del possibile Letta bis, e dopo l’estenuante tira e molla sulla sorte di Silvio Berlusconi inizierebbe quello, fortunatamente più breve, sul destino del governicchio dimezzato e di una legislatura nata sotto i peggiori auspici ma proseguita peggio.

Sempre che, invece, il ghigliottinando non decida di affidarsi al voto dell’aula, come gli avrebbe consigliato ieri il capo dei senatori Schifani, in un estremo sforzo per evitare l’inevitabile. Nel segreto del pulsante elettorale, le previsioni sono per forza molto più incerte. Sulla carta la decadenza è certa, ma di senatori che non vogliono tornare a casa dopo pochi mesi ce ne sono tanti, le correnti pd potrebbero decidere di giocarsi un pezzo di congresso ricorrendo ai già noti franchi tiratori, nel M5S qualche testa fina potrebbe tendere un trappolone bocciando la decadenza per poi addossarne la colpa all’immoda casta. Il voto segreto è sempre un po’ un tiro di dadi: Silvio ripensaci.
Di certo, per ora, i segnali di guerra tra i sedicenti alleati non mancano. Uno per tutti, eloquente. In commissione cultura il Pdl ha bocciato il decreto cultura. Trenta milioni per Firenze. Troppi soldi per un sindaco che dà già per cadavere l’amato e perseguitato leader. E per capire con quanta serenità si attende il voto della verità si consiglia visione del garbato scambio tra Marco Travaglio e Daniela Santanchè nel corso del programma di Gianluigi Paragone La gabbia: un duello a colpi di “Delinquente, mi sa che a te le donne non ti piacciono. Mica mi faresti godere, che ci vuole un uomo”, “Per te ci vuole l’esorcista. E comunque la prova pratica non te la dò”. Roba da far morire d’invidia i benemeriti protagonisti dell’indimenticato cinema trash dei vecchi tempi: Pierino, Bombolo, Aldo Maccione…