La chiamano «Festa della Repubblica che ripudia la guerra». L’appuntamento è alle 11 di stamattina in piazza Mignanelli, vicino a Piazza di Spagna a Roma, dove le reti pacifiste promotrici del presidio spiegheranno le ragioni per celebrare l’anniversario della fondazione della Repubbluica senza le parate dell’esercito. Non è solo una questione economica, o di «sobrietà», ma è un’idea di cittadinanza.
L’iniziativa è stata convocata da un’ampia rete di organizzazioni che va dalla Rete italiana per il Disarmo alla Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile. C’è la Tavola della Pace come la Campagna Sbilanciamoci, una fitta schiera di volontari e donne e uomini della cooperazione allo sviluppo, della sanità e dell’istruzione, oltre a associazioni che si occupano della lotta alla criminalità organizzata e un rappresentante degli stranieri senza cittadinanza .Nel pomeriggio, a partire dazlle 14,30, la presidente della Camera Laura Boldrini incontrerà i promotori dell’altra festa della repubblica nel centro di servizio civile a Roma «Salesiani per il Sociale».

Mobilitazioni antimilitariste sono previste anche a Bologna e a Firenze. Nel capoluogo toscano verrà consegnato un attestato di riconoscimento della cittadinanza italiana ai tre senegalesi feriti nell’agguato a sfondo razzisra del 13 dicembre.

«Non è solo una questione di soldi – afferma Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace – la festa della repubblica è troppo importante per essere trascinata nel tritacarne della spending review. La festa della repubblica è la festa di un popolo che, dopo il fascismo, ha scelto la democrazia e i valori che la sostengono. Questa non è la festa delle forze armate. All’esercito, alla marina, all’aeronautica, ai Carabinieri è deidcato il 4 novembre». Sono alcuni degli stralci di un articolo pubblicato ieri da Lotti su famigliacristiana.it. A suo avviso bisogna recuperare fiducia in concetti come quelli di «Repubblica» o di «democrazia» che negli ultimi anni sono stati svuotati di senso e considerati «con scetticismo e distacco».

Per sfuggire alla morsa del cinismo rispetto a questi valori, la tavola della pace avanza tre proposte. La prima è di trasformare il 2 giugno in un’occasione per fare spazio anche agli «ultimi», a cominciare da coloro che hanno perso il lavoro.

In questa giornata tutti i sindaci dovrebbero consegnare ai diciottenni, e ai nuovi italiani. il testo della Costituzione. Infine viene avanzato l’invito ad «aprire questa festa ai nostri vicini con i quali condividiamo la cittadinanza europea», oltre agli altri popoli che vivono nei paesi del Mediterraneo.
Questo sarebbe il pacchetto ideale perchè «un’altra festa della Repubblica sia possibile» aggiunge Lotti.