Un prodigio. E senza il Mago. Inteso come Andrea Bargnani, ala dei New York Knicks, assieme a Danilo Gallinari (Denver Nuggets), infortunati con marchio Nba che hanno dovuto rinunciare agli Europei di basket, in corso in Slovenia. Senza i due campioni, senza altri assi azzurri come il capitano Stefano Mancinelli, la Nazionale allenata da Simone Pianigiani è la rivelazione della competizione. In corsa per i quarti di finale (oggi sul parquet sfida decisiva contro la Croazia), per un posto ai Mondiali della prossima estate. Sinora solo successi e una sola sconfitta. Nessuno ci avrebbe puntato un euro. Tra addetti ai lavori, media, nazionali avversarie. Forse gli stessi atleti della rosa azzurra, accompagnati dallo scetticismo generale, che in fase di preparazione perdevano sistematicamente tasselli importanti nella rosa. È una Nazionale operaia, senza stelle pop.

Senza visi da copertina, come Tony Parker (San Antonio Spurs) nella Francia oppure Marc Gasol (Memphis Grizzlies) e Ricky Rubio (Minnesota Timberwolves) nella Spagna. Anche se tra gli azzurri ci sono altri due Nba come Marco Belinelli (San Antonio Spurs), leader tecnico ed emotivo della squadra assieme a Gigi Datome, dalla finale scudetto con Roma ai Detroit Pistons. Cinque successi in altrettante gare nella prima fase del torneo. Nel girone con Turchia, Grecia, Russia (favorite per il podio europeo), tutte messe in fila. Tra attacco preciso, difesa intensa a tutto campo, una leggerezza atletica e psicologica che mette in secondo piano la poca fisicità degli azzurri. E un gruppo compatto, che in maglia azzurra mancava dai Giochi di Atene 2004. Perché l’Italia ora è tra le candidate per il successo finale.

E poco ha compromesso – ma è un campanello d’allarme di cui tener conto – la sconfitta maturata due giorni fa contro la Slovenia padrone di casa. Unica gara in cui gli azzurri hanno dovuto accettare il copione tecnico-tattico imposto dagli avversari. Insomma, la Cenerentola azzurra ancora deve destarsi. Se dovrà farlo, meglio con il tagliando staccato per i prossimi Mondiali (obiettivo minimo per il pass, finale per il quinto/sesto posto). Compattezza e qualità, il gruppo di Pianigiani sembra essere dominato dal sacro fuoco di alcune Nazionali del passato. Quella dell’argento olimpico greco, nove anni fa: la generazione di Basile, Bulleri, Galanda e Marconato che centrava 12 mesi prima anche il bronzo agli Europei in Svezia.

Soprattutto, l’Azzurra del 1999, con le stelle Carlton Myers e Gregor Fucka, Andrea Meneghin. Oro in casa spagnola.
Senza assi affermati tra i professionisti americani. Anche perché i Big Three, Bargnani, Belinelli e Gallinari, assieme hanno giocato poco, funzionando ancora meno. Fallendo la qualificazione per le Olimpiadi di Londra 2012 e da quella di Pechino, quattro anni prima. Mai una medaglia, mai un risultato eclatante. Invece la Nazionale italiana ora vola. Certo, il livello tecnico degli Europei è obiettivamente più basso di altre edizioni. Mancano tanti campioni (Pau Gasol, Dirk Nowitski, Joachim Noah, Andrei Kirilenko, per tutti, favorite storiche come Russia, Grecia, Turchia sono poco competitive. Solo Francia e Spagna sono giunte quasi al completo all’appuntamento europeo. Il grande cammino azzurro sorprende anche perché non rispecchia il valore attuale della pallacanestro italiana. Assente – Montepaschi Siena a parte – ad alti livelli nelle Coppe europee. In crisi economica, prima che tecnica, tra sponsor in fuga e poca attenzione mediatica. Roma, per motivi di budget, ha addirittura rinunciato all’Eurolega. Un segnale triste. Un successo azzurro potrebbe segnare il primo passo per la rinascita.