Nella dolce rivoluzione musicale di Puglia Sounds, una pizzica/tarantella/rock concept/sinfonia/suite jazz che ha messo a soqquadro il paese, c’è una scintilla che arriva direttamente dal collettivo di via Tomacelli. Il coordinatore e primo motore di questo sommovimento regionale (diventato oggi un marchio d’eccellenza a livello internazionale) è Antonio Princigalli, una laurea in agraria mancata per poco e prima di seguire il progetto tanta esperienza come organizzatore e produttore di concerti, collaborando pure alla Manifesto Cd, il braccio discografico di questo quotidiano comunista.

PAROLA DI VENDOLA
Come ripete abitualmente Valentino Parlato, da questa stalla vengono fuori sempre buoni cavalli. «Tutto è nato nel 2010 per una precisa volontà politica del governatore Nichi Vendola e dell’assessore Silvia Godelli di utilizzare una parte dei Fondi Fesr per la cultura, fondi che abitualmente venivano indirizzati verso infrastrutture come aeroporti, centrali elettriche e altro – racconta Princigalli – L’idea era quella di ragionare sulla musica come un qualsiasi comparto produttivo, sull’esempio di quello che già accadeva per il cinema dove c’era l’Apulia Film Commission e il teatro col Teatro Pubblico Pugliese. Puglia Sounds di fatto è l’unico progetto pubblico di sviluppo delle musiche in Italia, che può trovare qualche lontana similitudine in progetti stranieri (come la Catalogna). Tutto si è basato su bandi pubblici, inizialmente difficili da scrivere, senza nessuna distinzione di genere musicale per qualsiasi operatore che volesse investire sul patrimonio musicale pugliese, dalla classica al reggae».
Le linee direttrici dell’intervento di Puglia Sounds (che ha erogato servizi e finanziamenti disciplinati da avvisi pubblici resi conosciuti via web) sono state tre: Live, finalizzata alla promozione e al consolidamento del l’attività musicale sul territorio, Record, che aiuta e promuove le produzioni discografiche pugliesi nei principali mercati nazionali e internazionali, ed Export, che sostiene tour nazionali e internazionali di artisti pugliesi, promuove il patrimonio musicale regionale in Italia e all’estero e favorisce la mobilità di artisti, operatori e imprese musicali.

L’INTUIZIONE
In questi sei anni di attività Puglia Sounds ha promosso 860 concerti nel mondo di artisti pugliesi, avviando collaborazioni con le realtà musicali più vivaci del pianeta (dallo Sziget a South by Southwest, dalla Cina all’Australia, oltre 100 rassegne, puntando sulle affinità artistiche).
Ha aiutato la creazione e la promozione di 178 nuove produzioni discografiche (con antologie annuali che veniva distribuite internazionalmente e in Italia), favorendo la creazione di una rete tra i numerosi festival che da giugno a settembre si susseguono nella regione. «È stata un’intuizione clamorosa, c’era una febbrile attività sonora di piccolo e medio calibro e noi abbiamo investito aiutando a creare una filiera virtuosa. Sino a qualche anno fa per intenderci, esistevano i grandi nomi (Negramaro, Caparezza, Albano, ecc. ) e artisti pressoché sconosciuti con una attività quasi amatoriale. In questi anni il lavoro di Puglia Sounds ha facilitato lo sviluppo di una fascia di artisti che seppure non noti al pubblico di massa svolgono l’attività musicale come attività professionale e registrano importanti consensi soprattutto all’estero. Un nucleo fondamentale di artisti, di tutti i generi musicali, che si esibiscono nei principali festival italiani ed internazionali, hanno creato un pubblico e un mercato. Oggi c’è un numero enorme di artisti, festival, etichette discografiche, figure tecniche specializzate che hanno capito l’importanza di mettersi insieme per essere più competitivi. Abbiamo dato coraggio e intraprendenza a un mondo considerato marginale, mettendo in primo piano la centralità del lavoro di centinaia di persone che si muovono nell’universo delle sette note, ben sintetizzato dallo slogan ‘La musica è lavoro’».

MEDIMEX
Il contenitore rumoroso e coloratissimo di tutto è il Medimex, il salone dell’innovazione musicale, giunto alla quinta edizione nell’ottobre 2015. «Il Medimex l’avevamo pensato tanti anni fa, una fiera del Mediterraneo dove mettere le produzioni e gli sviluppi conseguiti, un luogo fisico per potersi confrontare col resto d’Italia e del mondo, uno spazio per fare avvicinare i più giovani ai grandi nomi della musica italiana, agli artisti, ai produttori, ai festival (abbiamo siglato protocolli d’intesa con l’Associazione dei festival di World music ma anche con l’European Jazz Network)- continua Princigalli – Oggi al Medimex il 25% degli operatori viene dall’estero e ha superato le 50 mila presenze nell’ultima edizione. Per dare un’idea passeggiando per i viali del salone è possibile incontrare i direttori di Glastonbury (Gran Bretagna), Eurosonic (Olanda), Roskilde (Danimarca), Great Escape (Gran Bretagna) e North Sea Jazz Festival (Olanda), tra i festival più importanti su scala planetaria o i rappresentanti IRCAM (Francia) tra i più autorevoli centri di ricerca musicali mondiali. In ogni occasione abbiamo puntato su un fortissimo spirito collaborativo perché questa opportunità di Puglia Sounds andava condivisa coi player che già erano in campo, solo una crescita generale nazionale può coadiuvare lo sviluppo musicale pugliese. Insomma il lavoro che fa un qualunque Ufficio Export Internazionale in paesi come Francia, Spagna, Brasile».