Così romano e romanista Carlo Vanzina (in coppia con Enrico), nei suoi film ha lasciato un segno indelebile su Milano. Anzi due segni diversi. Il primo è legato agli interpreti. Basti ricordare che l’esordio, Luna di miele in tre (1976) vedeva protagonisti Cochi e Renato, con un giovanissimo Massimo Boldi sullo sfondo. Con Arrivano i gatti (1980) l’attenzione è sul quartetto di cabarettisti veronesi, ma appare anche Diego Abatantuono (che all’epoca lavorava con loro) che sfoggia per la prima volta al cinema «il terrunciello» e Bruno Lauzi. Neanche il tempo di riposare che arriva Una vacanza bestiale (1981) di nuovo Diego, ma anche Teo Teocoli e Guido Nicheli.

Praticamente il casting dei primi film dei Vanzina sembra provenire direttamente dallo scantinato del Derby Club, dove tutti i nomi citati si sono esibiti e spesso si sono formati artisticamente. Il casinaro peperino Boldi, l’esplosivo immigrato Abatantuono, lo snob carismatico Nicheli sono diventati marchio di milanesità, addirittura Paolo Rossi è stato risucchiato nel vortice milanese vanziniano.
Non solo gli attori made in Milan hanno folgorato la creatività di Vanzina, anche la stessa città. Basti dire che Eccezzziunale veramente (1982) fa riferimento al tifo di Inter e Milan, con scene a San Siro, Roma solo di sponda e Juventus ancorata al camion. Ma è a metà degli anni ‘80 che la città lombarda diventa territorio d’elezione vanziniano con ben quattro film.

Si comincia costruendo un racconto attorno a Diego Abatantuono, allora imperante: Il ras del quartiere (1983) commedia in cui il protagonista, a capo di una banda di giovani, accetta controvoglia di cercare e trovare una ragazza scomparsa. Subito dopo è il mondo della moda, delle modelle, dei rampolli di (presunta) buona famiglia, dei night e della coca, il risultato è Sotto il vestito niente (1985). Poi è il trionfo dell’edonismo, Reagan e Thatcher hanno dettato la linea, ecco quindi Yuppies, i giovani di successo (1986), un quartetto di imbecilli che viene messo bonariamente alla berlina, parenti stretti dei protagonisti di Via Montenapoleone (1987).

Sono gli anni passati alle cronache come quelli della Milano da bere, un’ubriacatura che ha richiesto quasi trenta anni per essere smaltita dalla città. I Vanzina l’hanno solo registrata con il fiuto di chi sa annusare i tempi, mica è colpa loro se siamo così superficiali. E non solo a Milano, ma a livello nazionale.