Per vedere la questione dalle diverse prospettive abbiamo contattato la Comunità del Garda che ha fatto richiesta del commissariamento. Raggiunto al telefono, il segretario generale Lucio Cesa ha ritenuto che la Presidente del Comitato, Maria Stella Gelmini fosse la persona più indicata a rispondere in merito. A sua volta la ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie ha inizialmente rinviato la questione alle competenze del segretario per poi accettare di rispondere ad alcune domande. Ecco com’è andata.

Ministra Gelmini. perché c’è stato bisogno di fare richiesta di un commissariamento?

Perché mentre la sponda veronese è arrivata in tempi abbastanza rapidi alla localizzazione di un depuratore, nel caso della provincia di Brescia si è verificata una situazione di stallo che è durata molto a lungo. La scelta del Commissario è stata una sconfitta della politica locale, sarebbe stato più logico trovare un accordo fra sindaci e comuni, ma questo non è avvenuto, quindi si è dovuto ricorrere al commissariamento anche perché si rischiavano di perdere i 100 milioni che erano stati stanziati dal Governo.

La scelta del Prefetto/Commissario è in contrasto con la mozione approvata in larga maggioranza dal Consiglio Provinciale che stabiliva che gli impianti consortili di depurazione devono essere localizzati nelle aree territoriali dei Comuni afferenti all’impianto stesso.

Francamente non ritengo che le due cose siano connesse. Noi siamo di fronte al rischio che la condotta sublacuale si rompa e quindi di un disastro ambientale, di fronte a questo il ministero competente si è tutelato con l’individuazione di un Commissario. Voglio specificare che io in Consiglio dei Ministri non ho partecipato al voto, essendo Presidente della Comunità del Garda. Però è una scelta dettata da criteri di urgenza: per la necessità di intervenire, per il fatto che si è discusso per anni della localizzazione senza arrivare a una soluzione, c’era un finanziamento che scadeva, così il ministro ha scelto, queste domande le dovrebbe porre al ministro Cingolani non alla sottoscritta.

La Provincia aveva espresso un orientamento rispetto alla localizzazione.

Si trattava di una mozione generica che rimandava a un altro studio, non è stata una presa di posizione sulla localizzazione, è stato un pezzo di dibattito, assolutamente legittimo, ma quella non era una decisione. Di mozioni non ne sono mancate, quella è stata l’ennesima.

Sì, ma non trova che quella mozione esprimesse una posizione sensata?

Io non entro nel merito. La mozione esprimeva in maniera tardiva una posizione legittima, che rimandava a un altro studio e quindi un altro lasso di tempo. Per me un dibattito che dura due anni è fuori tempo, dovessimo metterci per il Pnrr lo stesso tempo che impiegano gli enti locali perderemmo tutti i miliardi stanziati.

È davvero necessario spendere tutti quei soldi per un’opera che prevede il superamento di colline, consumo di suolo, tempi di realizzazione lunghi?

Lei non ha informazioni corrette. Il progetto è stato fatto dall’Università di Brescia in maniera ambientalmente sostenibile, basta andarselo a leggere. Poi senta io non ho nessuna voglia di rispondere su questi temi, io non parlo più, parlano gli atti, le decisioni prese.

C’è una comunità in mobilitazione per una decisione conseguenza di una sua richiesta…

Io rispetto la posizione di tutti, ognuno ha diritto di manifestare, dopodiché in questo paese bisogna prendersi delle responsabilità, non ci siamo presi quella di chiedere un Commissario, evidentemente la richiesta non era così peregrina visto che non è stata respinta, io rispetto il dissenso ma c’è un lago che rischia di creare un disastro ambientale perché c’è una condotta che si sta rompendo.

L’ente gestore Acque Bresciane nel rapporto di giugno 2021 non parla di rischio rottura, anzi definisce ottimale lo stato delle condotte.

Ma quale rapporto, ma cosa sta dicendo. Mi perdoni ma dissento fortemente dalle sue opinioni.

Non è una mia opinione, c’è un rapporto scritto.

La vedo molto agitata su questa cosa.

Non sono agitata, sto cercando di farmi ascoltare, fare delle domande.

Lei fa un’informazione totalmente sbagliata. Lei non fa delle domande, fa delle affermazioni e fa politica. Se mi vuole fare delle domande faccia delle domande.

Mi può dire in quale documento si afferma che la condotta si sta rompendo?

Io non le dico niente. Non siamo a scuola. Io ho un progetto dell’Università di Brescia con tutti i dati.

È il progetto dell’Università di Brescia che dice che c’è un rischio di disastro ambientale? Le sto facendo una domanda specifica.

No, lei non mi sta facendo una domanda specifica, lei ha una posizione e vorrebbe che io la condividessi. Io non la condivido. Mi sembra di avere già risposto abbastanza alle sue domande, quindi la nostra riflessione si conclude qui. Buon lavoro.