Silvia Martelli, insegnate del liceo classico “Dettori” di Cagliari, si era rivolta ieri alla ministra attraverso una lettera sul manifesto

Cara Silvia,

provo a non deluderla. Innanzitutto tramite questa risposta vorrei far arrivare a lei, all’insegnante rimasta ferita e a tutto il Liceo «Dettori» di Cagliari la mia più sincera e profonda solidarietà per quanto accaduto, come ho avuto modo di fare parlando con la vostra dirigente scolastica il giorno stesso in cui si è verificato il crollo.

Ha ragione. Ce lo ha ricordato anche il presidente Napolitano alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico: la nostra scuola «negli ultimi anni ha sofferto di incomprensioni e miopie, di rifiuti e tagli alla cieca». E ci vorranno tempo, visione e risorse per rimediare a quelle ferite. Noi abbiamo iniziato a farlo, lo dico con orgoglio, e simbolicamente abbiamo voluto iniziare proprio dall’edilizia scolastica. Già nel Decreto del Fare il governo Letta ha previsto uno stanziamento di 450 milioni di euro, 150 dei quali sono già stati assegnati. Con il decreto L’istruzione riparte abbiamo proseguito su quella traccia prevedendo la possibilità per le Regioni di contrarre mutui trentennali a tassi agevolati con la Banca Europea per gli Investimenti, la Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, la Cassa depositi e prestiti o con istituti bancari. Inoltre abbiamo lavorato per intensificare i rapporti con gli enti locali, per semplificare le normative e consentire di spendere le risorse in tempi più rapidi.

La storia del suo liceo mostra che abbiamo ancora davanti un cammino da percorrere, che non tutto è risolto, ma voglio assicurare a lei, ai suoi colleghi, alle ragazze e ai ragazzi che vanno a scuola ogni mattina il mio massimo impegno per far sì che non cali l’attenzione del governo su questo tema. E più in generale sulla scuola. Con il decreto Istruzione approvato dal Parlamento a inizio novembre è stata avviata finalmente una vera inversione di tendenza, immettendo nuove risorse e riallacciando il filo di un rapporto ormai sfibrato tra la scuola e il governo. Serviranno altre risorse e combatterò per ottenerle. Allo stesso tempo bisognerà, e la sua lettera lo testimonia, sanare le ferite inferte non solo dai tagli, ma anche da una visione politica e sociale che ha trascurato il valore dell’istruzione, ha marginalizzato la scuola anche nel dibattito culturale. Vogliamo rimettere al centro dell’agenda del nostro Paese la necessità di tornare a pensare all’educazione come l’energia principale del futuro, il miglior investimento possibile, la chiave per rilanciare il lavoro e l’occupazione. E il luogo dove si formano le coscienze delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, perché diventino buoni cittadini e menti libere.

Maria Chiara Carrozzaministra dell’Istruzione Università e Ricerca