Emmanuel Macron, presidente della Francia, eletto con uno smilzo 24% dei voti al primo turno (al secondo liberali e buona parte delle sinistre si son buttati su di lui per evitare l'apocalisse-Le Pen) ha avuto una luna di miele elettorale piuttosto breve. I migliori cervelli della République sono indaffarati a capire come ha fatto a scendere nei sondaggi di gradimento di ben 24 punti in soli 3 mesi. Del resto non si può piacere a tutti se si hanno idee chiare e posizioni ferme, si capisce. Del resto il nostro nel 2014 si proclama «socialista», nel 2015 «liberale», nel 2016...
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La micro economia di Macron
Nuova finanza pubblica. Secondo l'Osservatorio Francese per le Congiunture economiche le riforme fiscali votate a dicembre 2017 favoriranno nel prossimo futuro il 2% dei redditi (quelli più alti) comportando a breve termine «la riduzione della fiscalità sul capitale, sui profitti d'impresa e l'innalzamento della fiscalità indiretta, (quella più iniqua), l'Iva»; e senza migliorare più di tanto i conti pubblici, (Ofce, nota del 15 gennaio 2018)