Per la cancelliera Angela Merkel «la Germania ce la farà»: l’emergenza-profughi non metterà in crisi la Repubblica federale. La leader democristiana si è mostrata convinta e determinata, ieri, di fronte al Bundestag: «Il Paese è in buone condizioni grazie alla sue finanze solide, senza nuovi debiti, e l’economia è in crescita». Il parlamento era riunito per la sessione sulla politica di bilancio, ma il tema che ha monopolizzato tutti gli interventi è stato ovviamente quello dell’arrivo massiccio dei richiedenti asilo. I messaggi rassicuranti della cancelliera, però, non riescono a nascondere i problemi e le contraddizioni che in questi giorni attraversano la Germania.

Sul piano politico, la grosse koalition è tutt’altro che unita. Il partito socialdemocratico (Spd) chiede una nuova legge sull’immigrazione che renda più facile l’arrivo dei migranti per vie legali: «Dobbiamo attrarre dall’estero più personale qualificato nel nostro Paese», ha dichiarato il capogruppo Thomas Oppermann. Di avviso contrario sono i democristiani, in special modo quelli bavaresi della Csu, partito-fratello della Cdu di Merkel: chiedono di inasprire le regole attuali, giudicate un pericoloso «richiamo» per i migranti. «Dobbiamo europeizzare il nostro diritto d’asilo, cioè ridurlo», sostiene il ministro delle finanze del governo regionale della Baviera, Markus Söder, in un articolo che compare sull’edizione di oggi della Frankfurter Allgemeine, di cui è stata diffusa ieri un’anticipazione. Ancor più brutale era stato il suo collega Max Straubinger, numero due dei deputati bavaresi, che martedì aveva ipotizzato di rispedire indietro anche chi arriva da zone della Siria «in cui non si combatte».

E molta inquietudine si registra nelle amministrazioni locali. Gli stanziamenti previsti da Berlino – un totale di 6 miliardi – sono giudicati insufficienti. Lo hanno ribadito ieri sia dalla Renania settentrionale – Westfalia, sia dalla Bassa Sassonia: entrambi i Länder sono guidati da governatori socialdemocratici, quindi non certo sospettabili di polemica gratuita nei confronti dell’esecutivo. Addirittura, l’amministrazione del Baden-Württemberg, ricca regione meridionale retta da una coalizione fra Verdi e Spd, nella serata di ieri ha annunciato che non potrà più accogliere nuove persone, almeno per un giorno: «Siamo oltre i limiti delle nostre capacità». Il Land può mettere a disposizione 12mila posti, ma attualmente i profughi sono già 20mila. E le condizioni di vita nei centri di accoglienza si fanno sempre più difficili in tutto il Paese, come ha mostrato un’inchiesta realizzata dalla televisione pubblica Ard, grazie a una giornalista che, fingendosi profuga, si è introdotta nella struttura che ospita i richiedenti asilo di Amburgo.

Pur senza giocare allo sfascio, le opposizioni non fanno sconti alla maggioranza di governo. Nel dibattito parlamentare di ieri, Linke e Verdi hanno puntato il dito contro le modifiche alla legge sull’asilo già decise da Merkel e dal suo vice Sigmar Gabriel, segretario Spd: «Il Kosovo ora viene dichiarato un “Paese sicuro”, ma in estate il Bundestag ha prolungato la missione dei soldati tedeschi proprio perché la situazione è ancora instabile», ha attaccato Volker Beck, responsabile politiche della sicurezza dei Grünen.