Difficile pensare che i giovani d’oggi si ricordino quando nel settembre 2003 Silvio Berlusconi – allora presidente del consiglio – disse che «Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, Mussolini mandava la gente a fare vacanza al confino». Eppure il rischio che molti di loro arrivino alla stessa abissale menzogna esiste eccome, a causa di un neofascismo strisciante, un negazionismo dilagante e di una sostanziale ignoranza sul periodo decisivo della storia del nostro paese.

Il progetto «Ribelli al confino» prova a ribaltare l’inerzia in modo innovativo. L’Anppia – Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti – appoggiata dalla Regione Lazio rilancia l’idea di base del libro di Wu Ming 1 La macchina del vento, il racconto della durissima quotidianità degli antifascisti sull’isola di Ventotene in preparazione del Manifesto in parallelo con una raffinata interpretazione mitologica degli dei greci.

NE NASCE UN FUMETTO, anzi una «graphic novel» – come dicono i giovani – di Maurizio Ribichini che dall’«antefatto» del libro che racconta la nascita dell’idea stessa delle isole di «confino di polizia» – del bolognese Arpinati dopo l’attentato di Anteo Zamboni a Mussolini nel 1926 – costruisce una storia altrettanto parallela: nel giorno di ferragosto un giovane romano arriva sull’isola odierna meta turistica battuta da Poseidone e conosce in una notte Giulio Stramucci, anch’esso romano e il primo a tentare la fuga da Ventotene nel 1933 per poi finire nel campo di concentramento e lavori forzati di Pisticci, in Basilicata.

Il fumetto è il centro della mostra itinerante che gira per le scuole del Lazio dopo lo stop per la pandemia. Il manifesto della mostra e la copertina della graphic novel è il ritratto di 28 volti di Ventotene. A fianco di Di Vittorio e Sandro Pertini i volti sconosciuti a Maria Baroncini con suo figlio in fasce e Camilla Ravera.

LÌ DOVE SI SCRISSE Il Manifesto di Ventotene per un’Europa libera e federale – recentemente festeggiato proprio sull’isola dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella – fra le migliori menti dell’antifascismo furono sottoposte alla carcerazione nella vicina isola di Santo Stefano.

I numeri del «confino» ricordati nell’appendice del fumetto rendono l’idea di quanto forte fu la repressione: dal 1926 al 1943 furono condannati ben 5.155 persone di cui 343 donne. E in pochi ricordano i 31 condannati a morte. Gli anni totali di prigione comminati furono 27.735 e – come racconta benissimo La macchina del vento – l’Ovra, la polizia politica segreta, non diede tregua ai confinati di Ventotene, tanto che 81 furono poi deportati in Germania dopo il 1943 e ben 38 morirono nei campi di sterminio nazisti.

ACCANTO all’«isola confinaria più importante d’Italia» quasi tutte le mete turistiche più appetibili della penisola furono «prigione» per gli antifascisti: da Ustica, dove iniziò il calvario di Antonio Gramsci, alle Tremiti, da Favignana a Ponza.
Con la ripartenza dell’anno scolastico il progetto ha ripreso quota e sarà itinerante nelle scuole di Roma e della regione. La mostra ha comunque già varcato i confini del Lazio ed è stata presentata nelle scuole di Vigevano e Spezia mentre il fumetto è già stato ospitato in molte mostre con ottimo successo.