«Per me è una gioia ritrovarvi, essere in questo teatro dove ho passato una vita. Sono cresciuta qui. Avevo nove anni e fino al 1999 abbiamo lavorato insieme. Devo ringraziare Manuel (Legris, direttore dalla corrente stagione del Ballo della Scala, ndr) che mi ha invitata per questa occasione». Sono le prime parole con cui Carla Fracci apre nella Sala Cecchetti della Scala una delle due masterclass dedicate al balletto Giselle, godibili entrambe sul canale YouTube del teatro.

Preparazione allo streaming del capolavoro romantico completo riallestito nella versione di Yvette Chauviré con i primi ballerini e il Corpo di Ballo della Scala, stasera alle 20.00. Sarà trasmesso da Rai Cultura su www.raiplay.it (dove resterà visibile), www.teatroallascala.org, www.raicultura.it. Tra i due atti uno speciale contributo: Manuel Legris e Carla Fracci in conversazione sul balletto e su Yvette Chauviré, étoile francese scomparsa nel 2016.

UN REGALO prezioso per gli interpreti preparare Giselle con una coach come Carla Fracci e un ritorno a casa emozionante per l’étoile, che nel 1999 aveva visto sfumare, non senza vivi contrasti, la sua nomina alla direzione del Corpo di Ballo scaligero. Fracci è stata tra le più grandi Giselle della storia, con partner straordinari come Nureyev e Eric Bruhn. La sua interpretazione della giovane contadina Giselle tradita dal nobile Albrecht e accolta dopo la morte dalle Villi, immacolati e diabolici spiriti della notte, resta da manuale.

Martina Arduino e Claudio Coviello. Foto Brescia e Amisanoi

Abbiamo assistito alla registrazione Rai del balletto: teatro vuoto, Orchestra in platea, Carla Fracci in Palco Reale, gli occhi incollati sul balletto. Con lei Massimo Murru, étoile scaligera e oggi maître de ballet. Si percepisce cura, entusiasmo nei ballerini di essere in scena, capacità dell’arte di dare gioia: riaprire i teatri, luoghi ben più sicuri di altri, sarebbe salutare contro la depressione.

Ma torniamo al programma. Tanti gli elementi che lo rendono stuzzicante a partire dal cast: il neo direttore Manuel Legris, nominato étoile da Nureyev negli anni Ottanta, arrivato a Milano dopo aver guidato per dieci anni lo Staatsballett di Vienna con Dominique Meyer, sovrintendente oggi alla Scala, sceglie per il pubblico digitale una Giselle inedita con cambio del cast principale dei Primi Ballerini tra i due atti.

IL DRAMMA realistico tra amore, tradimento e morte vissuto dalla contadinella Giselle rinasce in Martina Arduino, prima ballerina di meravigliosa sensibilità al suo debutto nel ruolo, in coppia con l’Albrecht di Claudio Coviello, artista di trascinante musicalità; l’onirica notte nel bosco in cui Giselle ormai spirito salva Albrecht dalle sue diaboliche compagne in tutù bianco ha le fascinose linee di Nicoletta Manni, in coppia con l’Albrecht di Timofej Andrijashenko, primo ballerino dal magnetismo in toccante ascesa. L’Hilarion innamorato di Marco Agostino fa da fil rouge attraversando i due atti.

Le masterclass con Fracci sono una preparazione ideale per gustarsi il balletto e gli interpreti: un esempio le correzioni della pazzia che chiude il primo atto. Fracci guida Arduino. Come tenere la spada bassa tra le mani pochi istanti prima di morire, come seguire nel racconto di sé l’istinto: «Martina, lascia più libero quello che senti, in scena si crea, un giorno è un modo un giorno l’altro, sii più vera, non studiata, brava!». Una sola ciocca di capelli sciolti, come Fracci, prima del buio della morte e di quell’inconfondibile biancore delle Villi che nel secondo atto con Manni comunicherà la bellezza dell’unisono tra corpi uno accanto all’altro: l’utopia dell’oggi.