La direttiva firmata dal ministro degli Interni Matteo Salvini contro la nave Mare Jonio potrebbe arrivare in un’aula d tribunale. Ieri l’armatore della nave che fa parte della piattaforma mediterranea, Alessandro Metz, ha infatti reso noto di aver presentato una denuncia-querela contro il titolare del Viminale: «La direttiva Salvini presuppone che avremmo commesso il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che supera 10 anni di pena e quindi la calunnia diventa aggravata. Salvini non scappi dal processo e vedremo se il suo atto è legittimo», ha spiegato Metz.

Ieri intanto la nave è ripartita da Marsala nonostante la diffida della Guardia costiera ad «eseguire operazioni di salvataggio in modo stabile ed organizzato» perché non adeguatamente equipaggiata. La nave sta dirigendo verso le acque interazionali di fronte alla Libia dove da lunedì si sono perse le tracce di un gommone con almeno una ventina di migranti a bordo. Secondo la piattaforma Alarm Phone – il servizio telefonico che assiste i migranti in difficoltà nel mediterraneo – il gruppo sarebbe però stato salvato da alcuni pesatori che lo avrebbe riportato in Libia.

A bordo della Mare Jonio c’è anche un prete, il 25enne don Mattia Ferrari di Modena. «Sono qui – ha raccontato – per portare la vicinanza della Chiesa di Gesù a questi ragazzi che rischiano la loro stessa vita per salvare quella del prossimo, e ai migranti che casomai verranno salvati durante la missione».

Proseguono intanto gli sbarchi con imbarcazioni che riescono a raggiungere le coste siciliane. Una trentina di tunisini sono arrivati infine la scorsa notte sulla spiaggia di Siculiana Marina (Agrigento). Le forze dell’ordine ne hanno intercetto e bloccato 25.