Si moltiplicano le adesioni alla Marcia delle donne e degli uomini scalzi di Venezia: già 300 organizzazioni e 1500 personalità del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo hanno aderito all’appello in favore dell’accoglienza ai migranti, spiegano gli organizzatori. Ma l’11 settembre il corteo a piedi nudi non si terrà soltanto al Lido: verrà affiancato infatti da tante altre marce in molte città italiane, ieri sera erano già 46. Da Alessandria a Catania, da Genova a Pisa, da Forlì a Napoli, a Trento, a Volterra, passando per Roma.

L’appuntamento veneziano è alle 17 al Lido Santa Maria Elisabetta, per marciare «fino al cuore della Mostra», mentre per gli altri cortei in contemporanea nel resto d’Italia l’elenco si può trovare sul blog in continuo aggiornamento donneuominiscalzi.blogspot.it.

Parteciperanno, e stanno mobilitando ovviamente i loro iscritti, i tre sindacati confederali: la Cgil, tra i primi firmatari, ha aderito giovedì scorso, mentre lunedì sono arrivati gli ok di Cisl e Uil. E in piazza ci saranno anche le tute blu Fiom.

L’idea è partita da un gruppo di artisti e personalità del mondo dello spettacolo, del giornalismo e della cultura, insieme a diverse associazioni: Lucia Annunziata, Marco Bellocchio, Gad Lerner, Elio Germano, Ascanio Celestini, Roberto Saviano, Andrea Segre. E ancora: Valerio Mastandrea, Jasmine Trinca, Fiorella Mannoia, Don Vinicio Albanese, Giulio Marcon, Toni Servillo, Mauro Biani. Con Amnesty, Terres des hommes, Emergency, Acli, Arci, Medici senza frontiere, Mani tese.

«Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi – recita l’appello – Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. È difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro a una barca, un tir, un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno».

Quindi la sollecitazione ad aprirsi a chi fugge, a soccorrerlo e ad accoglierlo: «Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace. Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti. Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze».

Via via sono arrivate tante altre adesioni: Ettore Scola, Francesca Comencini, Francesco Munzi (membro della giuria della Mostra del cinema di Venezia), Livia Turco, Pippo Civati, l’eurodeputata ed ex ministra per l’integrazione Cecile Kyenge, Eleonora Forenza dell’Altra Europa con Tsipras e Arturo Scotto di Sel. Ma ci sono anche don Luigi Ciotti di Libera, il gruppo Feltrinelli, la Casa delle donne di Roma, l’associazione Ong italiane, l’Asgi. Il coordinamento Comunità d’accoglienza ha deciso di tenere il suo consiglio nazionale a piedi scalzi.

Da segnalare, tra le quasi 50 marce, quella che si terrà a Roma: perché parte dal Centro Baobab (via Cupa 5), dove tante volontarie e volontari assistono ogni giorno i migranti in transito per la capitale.

La Cgil chiede che l’Europa «costituisca una politica europea dell’asilo», la Cisl «l’immediato superamento del Regolamento di Dublino, per un’accoglienza sicura e rispettosa dei diritti umani dei profughi». La Uil annuncia per l’11 settembre «una giornata di solidarietà e accoglienza in favore dei profughi e dei richiedenti asilo».

Oggi a Roma la conferenza stampa di lancio della Marcia, con la presidente della Camera Laura Boldrini, le associazioni e gli artisti.