L’epoca geologica attuale (l’Olocene) è stata ribattezzata decenni fa Antropocene per l’inusitato impatto della specie umana sugli ecosistemi. E forse non è un caso che, dopo la settimana di iniziative per il clima, sotto attacco appunto per le attività antropiche, si svolgano in alcune città italiane appuntamenti antispecisti e animalisti.

Oggi a Firenze la Marcia italiana per la fine dello specismo, alle 15 da piazza Indipendenza. L’antispecismo si oppone all’attribuzione indebita di un diverso valore e status morale agli individui unicamente in base alla loro specie di appartenenza. Il coordinamento per la Marcia spiega: «Saremo in piazza contro il dominio sugli altri animali sfruttati come schiavi, condannati in allevamenti, mattatoi, per la pesca, in laboratori, circhi, delfinari, ippodromi».

«Il silenzio non paga, alziamo la voce per difendere i diritti degli animali», si propone manifestazione di domani (domenica) a Milano, promossa a piazza San Carlo dalla Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente per chiedere «pene più severe contro maltrattamenti e uccisioni, tutela del rapporto affettivo con animali da affezione, superamento della sperimentazione animale, stop ad allevamenti intensivi e circhi, fine dei regali ai cacciatori e, in prospettiva, della caccia, riconoscimento degli animali come «esseri senzienti” in Costituzione». Aderiscono 23 associazioni. Fra queste la Lega anti-vivisezione, che ieri in un comunicato ha nuovamente chiesto fatti, non più parole, sulle fabbriche animali. L’Italia «ha sviluppato un’economia della carne con allevamenti intensivi, che sono la norma» grazie a sovvenzioni pubbliche. «In Amazzonia si disbosca per fare spazio agli allevamenti di bovini e l’Italia importa molte tonnellate di carne di zebù dal Brasile per la bresaola, tipico prodotto italiano»