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La magia di un fischio

La magia di un fischioMolly Lewis

Intervista/L’incredibile tecnica dell’australiana Molly Lewis da poco tornata con il disco «Mirage» «Ho scoperto di avere questo talento guardando un documentario, ho capito che se riuscivo a farlo come quei campioni allora ero davvero brava»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 31 dicembre 2022

Sembra davvero una delle cose più naturali per noi, quella di fischiare: un mezzo di comunicazione universale, utilizzato nei secoli per coprire enormi distanze o inviare messaggi di pericolo, come fanno anche molte specie animali. Uno strumento che ci permette di creare suoni gradevoli, melodie, arie tristi o allegre. Eppure, sono pochissime le persone che scrivono canzoni, fischiando. Ed è per questo che a scoprire la musica di Molly Lewis, fischiatrice abilissima, siamo travolti dalla meraviglia. Alla musicista austrialiana-statunitense sono bastati due ep, l’amore per il glamour della Hollywood degli anni Cinquanta e una passione infinita per le colonne sonore, a risvegliare in pochissimo tempo la fascinazione verso quest’arte, che in musica ha una tradizione nobile e ancora in gran parte ignota. Dalle seguitissime performance al Molly’s Café di Los Angeles, fino a un tour europeo che ha toccato anche l’Italia, con i due concerti di novembre al Covo di Bologna e all’Arci Bellezza di Milano, Molly Lewis con il suo fischio sta conquistando il mondo. Ed è lei la prima a pensare di stare ancora sognando.
«Ho fischiato per tutta la mia vita, e l’ho fatto tantissimo soprattutto da bambina, penso di aver avuto 4 anni quando ho fatto i primi suoni con il fischio – riflette Lewis -. E mi sono presto resa conto che avevo un talento, che riuscivo a fischiare meglio della maggior parte delle persone. Questo perché ho visto un documentario su una gara di fischio, e mi sono resa conto che io potevo fischiare allo stesso livello dei campioni. E per me è stata una sorta di rivelazione: se riesco a fischiare come loro vuol dire che sono davvero molto brava a farlo. Prima di vedere il documentario non avevo molti riferimenti in quest’ambito, non si incontrano facilmente altri fischiatori in giro, quindi non avevo idea di essere effettivamente portata».
C’è un disco, che i genitori le regalano a 12 anni, che le fa capire che quella sua vocazione bizzarra in effetti può diventare un prezioso elemento nel suo percorso musicale: è Whistles Broadway di Steve Herbst detto «The Whistler», il fischiatore di New York, uno dei più conosciuti talenti contemporanei in quest’ambito. Il documentario invece è Pucker Up, che racconta con poetica leggerezza la comunità di fischiatori che partecipano alla International Whistling Competition di Louisburg, in North Carolina. Ed è a questa gara che Molly Lewis decide di iscriversi, nel 2012. «È stata la prima volta in cui io abbia mai fatto una performance su un palco – ricorda -. Non mi ero mai esibita prima, quindi ero molto nervosa. È stato davvero stimolante: era la prima volta in cui incontravo altri fischiatori di persona, gente proveniente da tutto il mondo, dalla Francia, dal Giappone. Certo, non è come essere alle Olimpiadi, si tratta comunque di una comunità molto ridotta. Ma è stato entusiasmante conoscere altre persone interessate a questo strano talento». E il concorso com’è andato? «Non ho vinto, quell’anno sono arrivata quarta. Nel 2015 ci sono tornata e ho vinto il trofeo per il terzo posto. Il primo anno, tuttavia, mi hanno premiato con una targa come fischiatrice che ha viaggiato la più grande distanza per arrivare alla gara, una cosa che ho trovato molto divertente».
Dall’Australia rurale alla North Carolina ci sono infatti più di 16mila chilometri. Che Molly Lewis a un certo punto ha deciso di accorciare, trasferendosi a Los Angeles a tempo indeterminato, per seguire la sua passione per il cinema. «Ho studiato teoria e storia cinematografica, e facevo l’assistente alla regia, mentre cercavo di capire che cosa volessi fare precisamente nella film industry – confessa -. È davvero curioso che questo ora sia il mio lavoro. Ma è qualcosa che è accaduto gradualmente, creandomi delle opportunità che avevano a che fare con il fischiare. Ogni tanto qualcuno mi chiamava per una collaborazione, qualcun altro mi voleva per un’esibizione. Lo facevo ogni tanto. Ma la cosa è cresciuta al punto in cui ho lasciato il mio lavoro a Los Angeles e ho cominciato a viaggiare e vedere quanto lontano tutto ciò potesse portarmi. Anche la mia casa discografica mi ha molto aiutato, producendo i miei dischi».
In the Forgotten Edge, l’esordio del 2021 che Jagjaguwar ha pubblicato, emerge tutto l’amore per le colonne sonore dei film noir degli anni Quaranta e delle epopee western. «Fare musica è stata per me l’opportunità per creare le mie colonne sonore personali, ma senza i film. La mia soundtrack preferita in assoluto è quella di Laura, film noir del 1944, che ha una melodia incredibile. E poi sono stata molto influenzata dai compositori italiani, come Morricone, Umiliani, Piccioni, tutti immensi autori di colonne sonore». Il fischio di Alessandro Alessandroni, in particolare, deve aver lasciato il segno.
L’ultimo disco Mirage, del 2022, ha un sound molto più legato al jazz e alla bossa nova, anche grazie alla strettissima collaborazione con alcuni musicisti brasiliani, tra cui il chitarrista Rogê, principale compositore dei brani, e il percussionista Gibi Dos Santos.
«Ho sempre amato tantissimo la musica – prosegue Lewis – ho imparato a suonare il pianoforte da piccola ma non sono mai stata una virtuosa. Quando ho cominciato a fischiare e a fare degli spettacoli, mi sono resa conto che quella era la mia opportunità per essere una vera musicista e suonare, fare concerti, come fischiatrice potevo registrare con i musicisti che ammiro». Tra le collaborazioni di questi anni, spiccano quelle con Karen O, frontwoman degli Yeah Yeah Yeahs, quella con il cantautore canadese Mac DeMarco e con il rapper Dr. Dre. «La cosa bella del fischio è che trascende molti generi differenti: ho scoperto che può interessare a musicisti con background diversissimi. È molto divertente collaborare in questo modo. Fischiare mi ha davvero aperto il mondo della musica».
La magica Hollywood non smette tuttavia di stupire: a uno spettacolo è nata un’amicizia con l’attore John C. Reilly, che ha invitato Molly nel suo club di rolling skate, mentre lui ha accettato di comparire nel video di Oceanic Feeling. Invece Sonny, poeta e barman del suo locale preferito in città, l’ha invitata a suonare un intimissimo concerto privato per l’attore Harry Dean Stanton, mostro sacro da più di cento film, morto poche settimane dopo.
Sul ruolo fondamentale della città californiana per il suo percorso, Molly Lewis non ha dubbi. «La mia famiglia vive in un paesino veramente piccolo in Australia. Molto bello, ma minuscolo: ci vivono solo 3mila persone. Quindi è molto diverso dal vivere in una città come Los Angeles. Mi piace molto tornare in Australia per trovare la mia famiglia, ma credo che non avrei mai potuto dare il via alla mia carriera se non fosse stato per Los Angeles. Credo che questa città sia un posto speciale, è un luogo che raccoglie tante persone diverse che scoprono di avere dei talenti particolarissimi, di nicchia. E di cui puoi fare una carriera, perché lì c’è un’industria enormemente creativa. Quindi credo che se vivessi ancora in Australia fischierei comunque, ma probabilmente non lo farei di mestiere».
E a chiudere: «Faccio ancora un po’ fatica a crederci: che questo è il mio lavoro, che vado in tour, che parlo con i giornalisti. Ma voglio vedere cosa accade. Tornata a casa mi metterò a lavorare su nuova musica, su un intero disco, che voglio davvero speciale, diverso da tutto quello che ho fatto finora. Sono curiosa, vediamo dove il fischio mi condurrà».

 

LA PASSIONE PER LE COLONNE SONORE
Cresciuta tra l’Australia e Los Angeles, Molly Lewis ha cominciato prestissimo a fischiare, attorno ai quattro anni. Da bambina ha studiato pianoforte. Si è accorta del suo talento con il fischio molto presto, guardando il documentario Pucker Up, sulla «International Whistling Competition» di Louisburg, competizione per fischiatori cui ha partecipato nel 2012 e nel 2015. Tornata a Los Angeles, dove ha lavorato in ambito cinematografico, ha cominciato a esibirsi: i suoi spettacoli al Molly’s Café sono diventati un appuntamento di culto in città, che le hanno portato molti nuovi fan. In carriera ha collaborato con Karen O degli Yeah Yeah Yeahs, con il cantautore Mac DeMarco e con il rapper Dr. Dre. Nel 2021 l’etichetta Jagjaguwar ha pubblicato il suo primo ep, The Forgotten Edge. Nel 2022 è uscito il suo secondo lavoro, Mirage, in cui è autrice dei brani insieme al chitarrista brasiliano Rogê.

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