Layla Marzouk, la madre di Khaled Said, egiziano di 28 anni massacrato dalla polizia nel luglio 2016 in una caserma ad Alessandria – una storia simile a quella di centinaia di egiziani e a quella di Giulio Regeni – si è unita ieri ai messaggi di solidarietà che da due mesi arrivano alla famiglia Regeni. In un video postato su youtube si rivolge direttamente a Paola Deffendi, la mamma di Giulio. «Mando le mie condoglianze alla madre del martire Regeni – dice – Sono con lei e sento il suo stesso dolore perché soffro ogni giorno per Khaled. Voglio ringraziarla per essere con noi e per la sua attenzione ai casi di tortura in Egitto».
Un filo lega le due famiglie, a sei anni dalla morte di Khaled, considerato il primo martire della rivoluzione di piazza Tahrir: le immagini del suo corpo, reso irriconoscibile dai pestaggi, (vedi foto sopra) aprirono la strada ad un’ondata di rabbia che sfociò in campagne online e, mesi dopo, nella rivolta.