Le elezioni a sindaco di Mosca hanno dato risultati in parte sorprendenti, in parte prevedibili. Le sorprese sono due: la bassa percentuale dei votanti, appena il 33%; e la buona affermazione del candidato dell’opposizione extra parlamentare Aleksejn Naval’nyj che ha ottenuto circa il 28% dei voti.

Vari sono i motivi della bassa partecipazione. Il primo che viene messo in evidenza dei commentatori russi, è che questa sia stata voluta dal Cremlino per contenere l’affermazione del suo stesso candidato a sindaco Sergej Sobjanin. La corte di Putin, e sembra lui stesso, sarebbe stata interessata a una vittoria del proprio candidato per il «rotto della cuffia», in modo da sminuirne la portata del successo e farlo apparire da subito debole e quindi controllabile meglio dal Cremlino. In effetti, Sobjanin ha avuto circa un milione di voti ossia un settimo dei voti che l’elettorato moscovita poteva esprimere, composto da oltre 7 milioni di persone . E ciò viene considerato uno scarso grado di legittimazione. Ma vi sono altri fattori che spiegano la limitata affluenza alle urne, uno dei quali è lo scarso interesse che la cosiddetta «classe media» ha avuto per elezioni i cui risultati riteneva scontati fin dall’inizio, a causa della capacità del Cremlino di mettere in movimento il proprio apparato e gettare nelle mischia elettorale la potenza elettorale di cui Putin è espressione. Così come il disinteresse quasi totale delle grandi reti televisive, le quali si sono limitate a far apparire il candidato di Putin, emarginando come sempre tutti gli altri, sia i candidati dei partiti tradizionali che il candidato extraparlamentare Naval’nyj. Inoltre nei dibattiti televisivi, già poco interessanti, non ha partecipato il candidato del Cremlino che, dato per vincente in partenza, non ha ritenuto necessario confrontarsi con gli altri, i quali si sono soffermati in buona misura a parlare di problemi generali. Si è così creata una discrepanza tra il carattere amministrativo delle elezioni e le «agende», i programmi dei candidati. È accaduto in particolare per il candidato del Partito comunista e per Naval’nyj che ha teso a trasformare le amministrative in una sorte di referendum tra lui e Putin per interposta persona del suo candidato Sobjanin.
Noval’nyj era a Mosca l’unico candidato extraparlamentare. La sua candidatura, secondo molti osservatori, sarebbe stata favorita da Putin, il quale lo avrebbe fatto mettere fuori dal carcere, dopo una condanna a 5 anni, per condizionare Sobjanin e per creare le condizioni di una possibile istituzionalizzazione del movimento extraparlamentare. A Naval’nyj sono andati circa mezzo milione di voti, e non 1,5 milioni come ha scritto qualche giornale italiano, con l’intento di esagerare la portata del suo successo. E ciò fa parte di una nuova campagna che determinate forze all’interno della Russia ma anche all’esterno hanno lanciato per trasformare il movimento che segue Navalnyj in un meccanismo d’attacco all’attuale sistema putiniano, facendo riferimento alla maniera in cui Eltsiyn riuscì ad affermare il proprio ruolo di leader dapprima in seno e poi al di fuori del Pcus, fino a produrre un movimento che come una valanga risultò alla fine essere invincibile e capace di distruggere la grande potenza sovietica. Per questo oggi in Russia c’è chi parla di una «seconda perestrojka» che dovrebbe essere promossa da Naval’nyj e il suo movimento, il cui slogan è «Oggi Mosca domani la Russia».

Alcuni commentatori hanno visto nel risultato delle elezioni comunali a Mosca ed in altre città, in primis Ekaterinburg, dove ha vinto un altro candidato a sindaco antiputiniano, lo spostarsi del consenso dai partiti tradizionali verso singole personalità politiche, capaci di promuovere azioni, atti concreti. Insomma, anche in Russia si sarebbero create le condizioni per la personalizzazione della politica e l’emarginazione se non la scomparsa dei partiti politici «tradizionali». Una tesi azzardata. È invece più corretto sostenere che queste elezioni hanno portato alla comparsa, come ha detto lo stesso Naval’nyj davanti a 80.000 suoi fan, di una nuova opposizione, alla quale a suo avviso dovrebbero accodarsi anche i partiti tradizionali come il partito comunista, Russia Giusta e il partito liberaldemocratico di Zhironovskij. Si tratta di un disegno ambizioso. Ma già respinto dal capo dei comunisti russi Zjuganov che in un suo intervento ha definito Naval’nyj un nuovo Eltsin, escludendo quindi qualsiasi possibilità di un’alleanza.