Da ieri il gioco del giro del nostro pianeta e della sua inclinazione intorno al sole ci restituisce di giorno in giorno il bene della luce. Ho letto on line sul Mattino che a causa del virus non ci sarebbe stato il tradizionale raduno di curiosi nel sito di Stonehenge, misterioso «calendario» arcaico dal quale osservare il cielo. Ne sarebbe valsa la pena perché un fenomeno celeste che non accadeva dai tempi di Galileo, la congiunzione tra Saturno e Giove, ha acceso un altro tipo di luce più intensa nella notte più lunga dell’anno. Risuccederà, apprendo, nel 2080.

Chissà se questi eventi astrali porteranno bene, in un momento così poco fortunato. Per rubare qualche idea ho sfogliato un altro quotidiano, nella forma cartacea (La Stampa di ieri). Ecco titoli e argomenti: L’Europa ha paura del virus mutante, solo la Merkel ha statura di leader europea, Conte è «accerchiato» e la crisi di governo si avvicina, Putin prepara una «cyberguerra» contro gli Usa, un padre accoltella a morte i suoi due figli e poi si uccide tagliandosi la gola. Voleva punire la moglie, e madre, con la quale è in corso una separazione? A Milano un ginecologo è stato sgozzato per la strada, forse da qualcuno che conosceva. Un servizio nelle pagine interne parla una donna perseguitata da uno stalker – suo ex fidanzato – che si difende portando in borsetta un congegno collegato al braccialetto elettronico del persecutore. Il tutto «monitorato» dai Carabinieri.

Si potrebbe continuare con «L’iceberg impazzito» che «rischia di schiantarsi sull’isola dei pinguini», e con due pagine che ritornano sulle violenze degli aguzzini di Giulio Regeni, con allegata tabella dei sequestri e degli omicidi di Stato in varie parti del mondo. Si sa che solo le cattive notizie fanno notizia, ma si vorrebbe trovare da qualche parte almeno un motivo di consolazione, per quanto relativa.

Ed eccolo a pagina 29, subito prima dello sport e della fine dello sfoglio: un’intervista a Goffredo Fofi, che ha ripubblicato e aggiornato un suo libro degli anni ’80 (Il secolo dei giovani e il mito di James Dean, La Nave di Teseo) e che guarda con un po’ di fiducia alla minoranza di «gruppi e gruppetti di ragazzi che sentono il dovere di occuparsi di chi soffre, degli immigrati, dei “subalterni”… Sentono il dovere di occuparsi della natura, dei rischi che comporta la violenza esercitata nei suoi confronti dal capitalismo – e dal consumismo che ci rende tutti complici». Il caso Greta Thumberg non sarebbe isolato.

I barlumi illuministici che brillerebbero almeno in una parte dei più giovani non sembrano arrivare, però, a chi ha responsabilità di governo (Merkel, e poche più altre che altri, a parte). Donatella Di Cesare scrive di una «terapia sbagliata» da parte del governo, fatta di «ordini e contrordini, di apri-chiudi, di regole biopolitiche minuziose sino all’esaperazione», e attuata di fatto sperando che il virus passi, o alla fine sia sconfitto dal vaccino. Un «retroscena» (di Amedeo La Mattina) racconta di come parla Renzi di politica ai suoi amici convenuti al funerale dell’ex ministro Enrico Ferri. È tutta una metafora calcistica: abbiamo attaccato Conte, ora giochiamo in difesa, a lui “la palla”.

Tanto clamore, ma per quali obiettivi? Montesquieu scrisse che «La politica è una lima sorda», efficace quando progredisce lentamente e senza scalpore. La velocità del nostro tempo lo rende impossibile? Ho trovato la citazione nel vecchio (1962) libro di Roger Caillois sulla Vertigine della guerra (casa di marrani 2014). Un testo da rileggere se si volesse davvero capire in quale tipo di “guerra assoluta” ci troviamo, certo non dovuta all’arrivo del virus.