Quando il 21 febbraio, in qualità di vicepresidente del Partito della Sinistra europea, ho inviato una lettera alle organizzazioni italiane che a diverso titolo ne fanno parte (Rifondazione, Sinistra italiana, Altra Europa, Partito del sud, Convergenza socialista), proponendo di dar vita ad una lista per le elezioni europee alternativa a razzisti e liberisti, ero consapevole del carattere volontaristico del tentativo ma convinto che questo poteva aprire una dinamica politica nuova e positiva.

Nei giorni successivi abbiamo provato ad allargare, ricevendo dinieghi da Verdi e Possibile e piena disponibilità da esponenti di movimento, della sinistra, come da le Città in Comune ed E’ viva. Su questa base abbiamo dato vita alla lista della Sinistra – femminista, ecologista ed antirazzista – che ha espresso in particolare nelle sue e nei suoi capilista una articolata e ricca convergenza.

L’inizio della campagna elettorale ha visto una certa diffidenza, come se la lista rappresentasse un fatto privato delle organizzazioni che l’avevano voluta. Nel dipanarsi della campagna è però emersa la consapevolezza che la lista rappresentava una possibilità di dar vita ad uno spazio politico pubblico della sinistra, utile ed utilizzabile in forma più larga.

Testimonianza di questo passaggio innanzitutto la presa d’atto di compagni e compagne che avevano votato 5 stelle dell’inadeguatezza di quel progetto politico e della necessità di sostenere la sinistra. Così come la domanda unitaria emersa nelle assemblee, la qualità degli appelli al voto dei singoli e di altre organizzazioni politiche, le dichiarazioni di Mimmo Lucano, per non fare che alcuni esempi.

Questa dinamica si è intrecciata con una reazione più ampia contro i fascisti e contro il razzismo di Salvini, articolata nelle forme e basata sul protagonismo dal basso, sull’autorganizzazione. Una reazione ancora limitata nei numeri ma che segna un salto di qualità enorme: Non si subisce più in silenzio, si prende parola, si dà battaglia politica.

Mi è chiarissimo che la positiva dinamica di riconoscimento dell’utilità della lista della Sinistra è per adesso un fenomeno principalmente politico, non sociale, ma si tratta di un primo passo importante e decisivo. In due mesi non era possibile operare uno sfondamento – di cui pure vi sono le potenzialità – in completa controtendenza con il senso comune dilagante.

Ringraziando moltissimo chi ha fatto la campagna elettorale, adesso attediamo i dati ma il risultato politico della lista non può e non deve essere sprecato: Per questo la lista ha convocato per il 9 giugno una assemblea nazionale aperta per discutere come proseguire.

Si tratta di fare un salto di qualità, partendo dalla prosecuzione della lista, per dar vita ad un progetto politico di convergenza delle compagne e dei compagni, delle esperienze culturali, sociali e politiche che si muovono sul terreno dell’alternativa, delle forze organizzate che non hanno partecipato alla lista. Come negli altri paesi europei, è necessario costruire – senza presunzioni di autosufficienza, primogeniture od ostracismi – uno spazio pubblico della sinistra, quella vera. Uno spazio innovativo nelle forme, che proprio nel rispetto delle differenze permetta di trovarsi a proprio agio a tutte e tutti coloro che militano nelle organizzazioni politiche come chi ha abbandonato o guardato con diffidenza alle esperienze politiche organizzate. La lista ha fatto intravedere il progetto della sinistra, adesso dobbiamo realizzarlo: insieme.

*Vicepresidente del Partito della Sinistra Europea