Dal carcere in cui è rinchiuso da tredici giorni, Luis Bárcenas – ex tesoriere del Pp e amministratore di un giro di finanziamenti illegali che negli ultimi vent’anni avrebbero gonfiato le casse del Pp e le tasche della cupola del partito popolare – si sta giocando il tutto per tutto al grido di «muoia Sansone con tutti i filistei». Con lui stesso nel ruolo di Sansone e una lunga e indefinita lista di compagni di partito a fare la parte dei filistei. Una lista che Bárcenas ha scrupolosamente annotato nel corso degli anni in un quaderno in cui, accanto ai nomi dei pezzi da novanta del Pp compaiono, in bell’ordine, movimenti illeciti di denaro che, se confermati, potrebbero affondare il governo e far tremare le fondamenta del partito. La lista nera era stata pubblicata in fotocopia da El País già lo scorso gennaio (e tacciata di inautenticità dal partito popolare) ma solo ieri, dalla prima pagina de El Mundo, gli spagnoli hanno potuto scorrere l’elenco originale, messo a disposizione del giornale dallo stesso ex cassiere popolare come prima mossa di una strategia di difesa che assomiglia ad un ricatto implicito nei confronti del Pp. Tra i vari nomi presenti nell’elenco – già consegnato dal direttore de El Mundo alle autorità – spicca quello del premier Mariano Rajoy che figura nel documento come beneficiario di un totale di 13,2 milioni di pesetas (circa 78.000 euro pagati in banconote nascoste in una scatola di sigari) tra il 1997 e il 1999, periodo in cui l’attuale capo dell’esecutivo era ministro del governo di Aznar, il quale, però, non compare nella lista.
Nonostante la pubblicazione dei fogli originali, il Pp continua a negare l’autenticità degli appunti dell’ex tesoriere insistendo sulla totale legalità e trasparenza della sua contabilità. La difesa è stata affidata ad una laconica nota della direzione e alla parole della numero due del Pp María Dolores de Cospedal, mentre Rajoy, come sempre, è rimasto barricato dietro un silenzio sempre più assurdo e incomprensibile, che stride con il crescente malcontento della base e con le valutazioni a caldo di alcuni dirigenti che hanno parlato di «danni devastanti» per il partito.
Dichiarazioni immediate sono invece arrivate dall’opposizione, che ha utilizzato toni molto duri: «se Rajoy ha percepito illegalmente denaro come ministro e ha mentito come presiedente non può continuare a capo del governo» ha detto la vicesegretaria generale del Psoe Elena Valenciano. Intanto proprio i socialisti, il gruppo Izquierda plural e il Gruppo misto hanno chiesto per il prossimo giovedì un question time alla camera con il premier, affinché dia «una spiegazione pubblica ai cittadini».