Mentre la Camera cerca ancora di trovare una soluzione legale che mantenga la promessa della tolleranza zero per la protezione dei confini, ma senza separare i bambini dai genitori, per il Washington Post gli agenti delle pattuglie di frontiera sono già stati istruiti per interrompere la pratica di mandare i migranti illegali con figli davanti ai tribunali federali, e di smettere di perseguirli. «Stiamo sospendendo le azioni penali sugli adulti membri di nuclei familiari – ha detto un alto funzionario dell’immigrazione al Wp – fino a quando l’Ice (Dipartimento immigrazione e dogana) non avrà risorse per accogliere in custodia tutti i soggetti».

L’ennesimo dietrofront arriva il giorno dopo la firma di Trump dell’ordine esecutivo che impedisce la separazione dei bambini dai genitori che cercano di entrare illegalmente in Usa; questo decreto, però, non sembra tener conto delle leggi che proibiscono la detenzione di minori per più di 20 giorni, rendendolo di difficile applicazione, per cui, per evitare di dover scrivere un fuoco di fila di ordini esecutivi, la soluzione a cui si è arrivati è stata quella di smettere di perseguire gli illegali con figli a seguito.

Si è passati, in pochi giorni, dalla posizione più dura e inumana mai vista dal governo Usa, ad una anche più permissiva di quella originaria, di certo lontana anni luce dalle intenzioni di Trump che ha appreso questa notizia con rabbia subito riversata in una serie di tweet e nella riunione di Gabinetto, dove ha subito attaccato gli «estremisti democratici fautori delle frontiere aperte». Trump ha nominato espressamente la leader della minoranza democratica alla Camera, Nancy Pelosi, e il senatore Schumer, leader democratico in senato, ed ha continuato dicendo che «la gente sta soffrendo a causa dei democratici», per poi parlare dei trafficanti di esseri umani che sfruttano quelle che ha definito «scappatoie democratiche». Poi Trump ha detto di non volere separare i bambini dai loro genitori, ma che la soluzione per salvare capre e cavoli la deve trovare il Congresso, mantenendo la tolleranza zero «senza la quale i nostri confini sarebbero invasi».

Per fare questo, ha aggiunto Trump, c’é però bisogno della collaborazione dell’opposizione, ed ha chiesto ai democratici che poco prima aveva additato come l’originale di tutti i mali, di collaborare: «Possiamo fare qualcosa di storico – ha detto – ma abbiamo bisogno dei voti dei democratici o nessuna legge potrà passare», ed ha invitato proprio Pelosi e Schumer a parlare con lui. La Camera sta in effetti cercando di trovare una soluzione ma, come ha detto il corrispondente dalla Casa Bianca per il portale di notizie online The Hill, la parola del giorno è «confusione». Sembra impossibile riuscire ad implementare una politica rigida come quella auspicata da Trump senza infrangere almeno una dozzina di leggi presistenti e mantenere un livello etico minimo.

Nel frattempo sindaci e governatori si stanno organizzando in una cordata di resistenza: Keisha Lance Bottoms, sindaco di Atlanta, ha firmato un ordine esecutivo che impedisce di accogliere nelle prigioni della sua città, nuovi detenuti da parte dell’Ice; la lega di US Mayor, sindaci americani, a cui hanno aderito tra gli altri due figure diversissime tra loro, come il sindaco di New York Bill De Blasio e quello di Chicago, Rahm Emanuel, sono andati a Tornillo, in Texas, per entrare in una tendopoli costruita dal governo federale dove sono tenuti i bambini.

La narrativa scaturita dalla visita dei sindaci e quella di Melania Trump, anche lei in visita ai bambini separati dai genitori, non sono sembrate combaciare: mentre i sindaci hanno parlato di bambini traumatizzati, con punture di bedbugs sul corpo e in stato di chock, la first lady, pur dicendosi contraria alla pratica delle separazioni familiari non sembra aver visto le condizioni in cui vengono tenuti questi bambini.