Con Aubrey Graham alias Drake non ci sono mezze misure: o lo si odia o lo si adora. I suoi detrattori trovano insopportabile il suo modo di trasportare l’hip hop nell’airplay radiofonico, mentre i fan – ovviamente – lo stimano proprio per questo. E il suo nuovo lavoro, il sesto – al momento disponibile solo in digitale, in cd uscirà il 7 aprile, non smuoverà di una virgola i due fronti contrapposti. Certo More life è un progetto atipico – per chi scrive è il migliore della sua carriera – e lui stesso preferisce definirlo «playlist» piuttosto che «album». È un modo (scaltro) in cui artisti dal peso specifico (leggasi economico) importante cercano di sbarazzarsi dalle ombre delle major, sicuramente i 22 brani compresi nel disco sono quanto di più eterogeneo si possa ascoltare oggi nella black music moderna: dalla house al grime, passando alla dancehall e hiphop con agganci afrobeat. Ecco, se il tentativo dell’artista di Toronto è di mettere in imbarazzo i colossi del disco, beh, ci è riuscito in pieno. E funziona: la «playlist»è stata visualizzata più di 61 milioni di volte. Chapeau.