Il Ministro Bussetti spiega che, nella legge di Bilancio, non ci saranno tagli sulla scuola, ma risparmi. Per ben 110 milioni. Bussetti: «i 110 milioni di risparmi previsti saranno in parte coperti con i fondi dell’alternanza, la cui riduzione non è stata pensata per tagliare ma per organizzare in modo migliore le esperienze degli studenti, e ottimizzando alcuni servizi».

Fondi aggiuntivi? Risponde Bussetti: «Non è detto che per migliorare servano più finanziamenti: la scuola deve diventare efficiente con quello che ha. Come diceva mia nonna: ci si scalda con la legna che si ha. Ma cercherò di trovare risorse durante l’iter parlamentare». Negli ultimi vent’anni, la legna messa in cascina per questo inverno della scuola che sta durando anni e anni, è sempre meno. Con tagli ripetuti e gravissimi al personale e ai fondi, tanto da far ormai barcollare lo stesso impianto organizzativo della scuola pubblica. Insomma, anche il pomposo governo del cambiamento continua sulla stessa strada pericolosa e malsana dai governi precedenti.

Se possibile, con ancora più veemenza e gusto per lo sfascio. E tutto questo nonostante i settori di investimento di una scuola che lancia disperati segnali di s.o.s ogni giorno si moltiplichino: dalle borse di studio agli studenti in difficoltà economica e l’acquisto dei libri scolastici nella scuola dell’obbligo al contrasto alla dispersione scolastica, dall’adeguamento degli edifici all’aumento a standard europei del salario per il personale scolastico: gli stipendi degli insegnanti e del personale scolastico sono sostanzialmente bloccati da quasi dieci anni. Di fronte alla gravità dei problemi scolastici il ministro della Repubblica Bussetti – che non è un assessore regionale, – non trova nulla di meglio da fare che ammettere come sarebbe meglio avere professori regionali piuttosto che statali. In contrasto con la Costituzione.